L’oasi nel deserto – Lettera ai ragazzi e ai bambini

28-03-2020 di Redazione

Carissimi bambini e ragazzi della Parrocchia di San Bernardo,

abbiamo fatto una scorpacciata dei vostri disegni, poesie, riflessioni e pensieri. Abbiamo potuto gustare tutti i sapori dati dal modo con cui avete affrontato e state affrontando questo periodo. In questo modo la nostra casa di San Bernardo, si arricchisce sempre di più perché stiamo mettendo da parte un patrimonio splendido. Siamo certi che quando diventerete grandi, potrete trasmetterlo ai vostri figli e magari anche ai vostri nipotini!

Non dimenticate che potete andare quando volete, a vedere questo tesoro sul nostro sito www.sanbernardoparrocchia.it.

Ci piace iniziare questa nuova lettera raccontandovi una piccola cosa, che però è davvero straordinaria: dopo il nostro primo incontro che si intitolava “un fiore nel deserto”, su alcuni siti è uscita una notizia che suonava più o meno così: il deserto torna a fiorire dopo anni! Non vi sembra una splendida coincidenza? Nel lontano deserto della Namibia, in Africa, un giorno sono spuntati degli splendidi gigli. L’area ricoperta dai gigli era enorme, circa 770 ettari di terreno, praticamente quanto tutta Roma! Purtroppo, questo evento è durato solo pochi giorni, perché i gigli sono molto delicati e appena è uscito il sole intenso del deserto li ha seccati completamente.

Questo evento così inaspettato ci offre lo scenario per riprendere il cammino con il nostro popolo preferito. Avevamo lasciato gli Israeliti alle prese con la manna, avevano risolto il problema del cibo, ma presto, avevan cominciato ad avere sete. Nel deserto infatti manca un po’ di tutto, ma in particolare l’acqua! Questo è un bene che non può assolutamente mancare (il nostro corpo è composto al 70% da acqua!). Così i nostri lontani cugini stavano facendo la fine dei gigli della Namibia.

Un giorno, arrivati in un luogo chiamato Mara, si trovarono di fronte a distese scintillanti che riflettevano la luce del sole come in uno specchio, ecco allora le grida di gioia e di festa! La sensazione per gli israeliti fu quella di trovarsi di fronte ad un lago immenso e bellissimo. Finalmente avevano acqua da bere in abbondanza, così tanta da poter perfino fare il bagno. Immagino che il più furbo si sia avvicinato e senza pensarci troppo si sia buttato a capofitto in quell’acqua così invitante. La delusione dev’essere stata terribile, l’acqua era salatissima, imbevibile, calda e fetida. Alcuni cercarono di fare dei tentativi in altri punti, ma niente da fare: l’acqua era imbevibile, non dissetava! La situazione si fece tesa: Tanto che il popolo mormorò contro Mosè: «Che cosa berremo?».

Mosè dovendo condurre nel deserto un popolo intero, si è trovato spesso in grandi difficoltà. Ma proprio grazie ad esse egli è potuto entrare in un dialogo con Dio. Infatti, di fronte ad ogni problema Mosè si rivolgeva a Dio scoprendo ogni volta qualcosa in più di Lui e conoscendolo sempre più profondamente come un Dio paterno e buono. Mosè invocò il Signore, il quale gli indicò un legno. Lo gettò nell’acqua e l’acqua divenne dolce. Tutti gli Israeliti fecero una grande festa, finalmente potevano bere! Poco oltre, proseguendo nel cammino il popolo trovò non solo un po’ d’acqua, ma un’intera oasi! Arrivarono in un altro luogo chiamato Elìm, dove ci sono ancora oggi dodici sorgenti di acqua e settanta palme. Qui si accamparono.  Un’oasi!! Palme, sorgenti: vita insomma! Il popolo poté dunque dissetarsi, riprendere le forze, sostare per un tempo. Vi ricordate i gigli della Namibia? Gli israeliti grazie all’intervento di Dio non fecero la fine di quei gigli, ma furono pieni di vita!

Nel deserto che stiamo vivendo può capitare anche a noi di trovarci di fronte ad un capriccio o un fatto scintillante, che come il mare salato ci attrae con la promessa di soddisfare immediatamente la nostra sete e i nostri bisogni. Può succedere così di tuffarci a capofitto nella convinzione di poter bere senza misura ma alla fine rimanere delusi, vuoti, “con l’amaro in bocca”.

Vi è mai capitato in questi giorni di fare questa esperienza? Cosa faccio dopo, ho anche io un Mosè con cui lamentarmi o tengo tutto per me?

Oppure ci sarà capitato tante volte di trovarci in un luogo capace di dissetarci, Queste lettere ad esempio ci danno la possibilità di conoscere meglio Dio e scoprirne la dolcezza attraverso la storia del popolo di Israele che cominciamo sempre più a sentire vicino. Oppure, pensiamo ai tanti momenti che stiamo trascorrendo con i nostri genitori, o, per chi ce l’ha, con i fratelli e le sorelle. Quanti rapporti nuovi, relazioni stimolanti e scoperte sulle persone che ci circondano stiamo facendo. Chissà quanti gesti di attenzione stiamo ricevendoche fanno della nostra vita e della nostra casa una piccola oasi! Te ne stai rendendo conto?

Ti va di raccontarci alcuni di questi gesti? In quali esperienze hai trovato da bere? La modalità sceglila tu: puoi scrivere, disegnare, ritagliare, comporre, cantare, etc.

 

Aspettiamo i vostri contributi entro mercoledì 1 Aprile sulla mail della parrocchia:

sanbernardoparrocchia.roma@gmail.com

I testi troveranno un posto speciale sul nostro sito:

www.sanbernardoparrocchia.it

>> Clicca per scaricare la lettera in formato pdf

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