Vi do un comandamento nuovo

18-05-2025 V domenica di Pasqua di don Fabio Pieroni

Gv 13,31-33a.34-35

Quando Giuda fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri».

Inizio dalla prima lettura, che parla di un libro che si chiama Atti degli Apostoli; io vi consiglio di leggervelo un pochino, almeno prima di Pentecoste: è un libro lungo, di circa 28 capitoli, ed è un’avventura straordinaria. Solamente Roberto Rossellini ha fatto un film sugli Atti degli Apostoli, ma lentissimo, difficile adesso da poter vedere, ma sarebbe un copione pazzesco. Se adesso vi dico qualcosa, capirete che non vi ricordate nulla, perché questa lettura presuppone che ne conosciate la geografia; per cui si parla di Pafo che sta vicino a Salamina che è un’altra città: si trovano sull’isola di Cipro che sta vicino ad Antiochia; però c’è l’Antiochia di Siria e l’Antiochia di Pisidia. Quindi Paolo e Barnaba partono da quest’Antiochia, poi vanno a Cipro e cominciano a evangelizzare a Salamina; poi capiscono che devono andare nell’attuale Turchia e quindi vanno a Pafo, dove c’è un porto: lì Barnaba insieme con Giovanni, detto anche Marco, si organizzano per affrontare la grande missione che consiste proprio nell’opera nuova, particolare, inaudita, che nessuno aveva mai realizzato, perché per esempio in Israele non c’è l’evangelizzazione; gli Ebrei non evangelizzano: uno diventa Ebreo perché lo è sua madre; gli unici che fanno evangelizzazione sono i cristiani e questa idea è venuta allo Spirito Santo che ha suscitato ad Antiochia di Siria una comunità che ha inviato Giovanni, Marco e Paolo ad evangelizzare.

Sappiamo che esistono tre viaggi apostolici; questo è il primo e poi da Pafo arrivano in questa regione che è l’attuale Turchia che è grande almeno 3 volte l’Italia, anche se ha 85 milioni di abitanti; mentre l’Italia ne ha attualmente 59 milioni; per dirvi che è enorme. Lì loro iniziano a parlare ai Giudei nelle sinagoghe, raccontando che Gesù è il Cristo, perché vengono mossi nello Spirito a fare questo tipo di lavoro. Incontrano una grandissima opposizione da parte dei Giudei e anche da parte dei pagani, i quali però sono più ragionevoli; mentre i Giudei hanno dichiarato odio totale nei riguardi di Paolo soprattutto. Tanto è vero che a un certo punto lo prendono a sassate e, credendolo mezzo morto, lo trascinano fuori dalla città; ma lui, come Robocop, si ricompone, riparte e continua a evangelizzare, malgrado questo grande rifiuto, continuando ad andare a sbattere contro una persecuzione.

Questo è il primo quadro che abbiamo appena letto; io non so se vi sto aiutando a capirlo meglio, ma penso di sì. Uno potrebbe domandarsi: ma che c’entra questo con noi? C’entra perché, per esempio, ieri ho stabilito il record mondiale personale perché ho 38 anni di prete, perché lo Spirito evidentemente mi ha mantenuto ancora qui. A fare che cosa? A fare un’operazione che non è mia, non ho inventato io, ma è lo Spirito di Dio che dà un impulso anche davanti a tanti no, a tante opposizioni. Per esempio, ieri abbiamo fatto anche le Prime Comunioni e siamo stati presi a sassate: la sassata non è solamente di chi in maniera esplicita ti rifiuta, ma fondamentalmente c’è in giro una fortissima svalutazione di quello che è la Chiesa, di questo lavoro pazzesco che facciamo qui in questa parrocchia, che è un centro di eccellenza del quartiere. È una cosa pazzesca già la bellezza di questa Chiesa e tutto il resto, con tutti i catechisti e quant’altro; malgrado questo, c’è un forte rifiuto, una grande disattenzione che si vede anche dalle elemosine che fanno, per esempio. Ma quale sassata hai preso tu? L’indifferenza. La cosa grande non è tanto come mai queste persone sono così strane, ma come mai voi vi siate convertiti; questo è il miracolo, perché voi eravate pure peggio, pure io. Eppure, c’è stato questo miracolo e bisogna perseverare perché questo è un’opera.

Abbiamo sentito il Vangelo che diceva alcune cose fondamentali: “Vi do un comandamento nuovo, che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati.” La parola nuova nel greco non è solamente l’ultima moda, l’ultimo di una serie, cioè il “néos”, ma il “kainos”, che significa l’inaudito, l’impensabile. E questa cosa inaudita, questo comando nuovo in cui ci si ama gli uni gli altri, come io vi ho amati, sapete che cos’è? È la Chiesa, che appaia la Chiesa che ha una forza interna che, così come ha mosso Paolo e Barnaba, muove anche me e te, così come molti catechisti che state qua. Ci muove a fare che cosa? Innanzitutto, ogni domenica noi veniamo qui e riceviamo Dio, che in Cristo anima in noi delle opere che nascono dal contatto con Lui, che è amore purissimo, che è amore di Dio. Questo amore rimane fino a Giuda, cioè rimane vivo anche davanti al rifiuto, che è Giuda: l’amore non è una strategia per vincere. Io perdo, ma questa è la gloria di Dio, è l’amore che molto spesso fallisce.

La scelta che fa Gesù di affrontare il male, accettando anche di perdere è quello che Pietro non ha condiviso, non era d’accordo, ha rifiutato a sua volta Lui. Ma la cosa straordinaria è che noi innanzitutto abbiamo ricevuto questo amore che è entrato nel rifiuto nei confronti di Dio e ci ha convinti, ci ha innamorati di Lui; la stessa cosa succede ogni volta che veniamo alla celebrazione, possiamo riaccendere questo fuoco che si spegne sotto il peso delle difficoltà della vita. Questa è la realtà che dobbiamo impiantare, dobbiamo perseverare a mantenere salda nel quartiere, perché siamo avvinti dalle tenebre che vogliono svalutare quello che facciamo, lo vogliono indebolire. Una delle più grandi convinzioni è che dentro la Chiesa io posso essere modificato, posso essere promosso nella mia dignità di persona, posso essere aiutato a raggiungere la mia missione. Questo è l’amore: il primo amore è l’evangelizzazione, il più alto modo di esprimere l’amore da parte della Chiesa, che è non tanto la conoscenza del Vangelo, ma la costruzione della Chiesa. Queste cose noi spesso non le valutiamo così.

Gesù non sta dicendo che il comandamento nuovo è che vi diate “i bacetti” gli uni con gli altri, non è questa la traduzione, ma: “vi do un comandamento” inaudito, potete essere la Chiesa, questa opera nuova che non solamente vi aiuta a rimanere saldi in quello che voi siete chiamati ad essere, ma siete una luce per il mondo. Chi vorrà, potrà ricevere questa luce, anche se c’è tanto rifiuto nel mondo, nella gente, tanta ignoranza, tanta opposizione, banalizzazione, ridicolizzazione di quello che stiamo facendo. Però voi dovete saperlo, dovete rendervi conto che stiamo facendo qualcosa di eccezionale. Oggi come oggi è tutta una volgarità totale, una decadenza della civiltà e noi siamo qui proprio per mantenere viva questa realtà.