Venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui

08-01-2023 Battesimo di Gesù di don Fabio Pieroni

Mt 3,13-17

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Siamo alla conclusione di questo cosiddetto tempo del Natale, che ci ha regalato una serie di celebrazioni che ci hanno emozionato, rallegrato. Quest’oggi viviamo il battesimo di Gesù e celebriamo due battesimi. Vediamo cosa c’entra il battesimo di Gesù con queste due famiglie che sono eroiche, perché oggi avere un figlio e aprirsi alla vita è un gesto eroico. I genitori incontrano tantissimi ostacoli: immaginiamo solamente la trepidazione di vivere la gravidanza, le analisi da fare, i soldi necessari, le palpitazioni e le preoccupazioni. E poi il bambino che viene alla luce cambia completamente il modo di vivere e gli equilibri coniugali vengono modificati radicalmente. Voi genitori che siete dentro questa grande missione non solamente siete stati eroici fino adesso, ma siete pure intelligenti perché state chiedendo alla Chiesa il battesimo.

Il battesimo è il risultato, o meglio ancora la finalità dell’evangelizzazione, che è la trasmissione della vita di Gesù. Gesù vive nella carne umana un’edizione divina del modo di vivere. Ci dice come Dio vivrebbe la vita umana. Quindi l’evangelizzazione non è solamente la spiegazione di un programma di vita, non è tanto una serie di nozioni da conoscere, una teologia, ma è una vita viva da ricevere, da poter vivere. La nostra vita umana può essere potenziata, vivificata dalla vita di Cristo che è venuto per consegnare alla Chiesa la possibilità che questa vita ci venga trasmessa.

La contemplazione di un figlio ti tira fuori tutta una serie di riflessioni che sono a volte superiori a quello che noi potevamo immaginarci e allora la Chiesa ci dice che la cosa più grande che puoi fare per tuo figlio è battezzarlo. Ma il battesimo così come l’evangelizzazione non è una serie di nozioni da imparare piuttosto una vita da ricevere. Il battesimo non è un rituale, è proprio un’opera che la Chiesa attua insieme con i genitori prendendosi delle responsabilità.  Nel rito che vivremo ognuno di questi bambini è stato chiamato direttamente da Dio e anche i genitori hanno contribuito a questo, per cui gli si chiede: che nome date al vostro bambino? Dio che vi ha chiamati dice: chiamatelo! dategli voi il nome! Quindi avete vissuto insieme con Dio una cosa straordinaria che è quella di partecipare alla sua creazione. Inoltre, non solamente c’è il nome del bambino, ma c’è una famiglia, c’è una comunità all’interno della quale inserire questa famiglia col loro bambino, e poi questa famiglia avrà da parte della Chiesa dei padrini. I padrini hanno una grande responsabilità che non è solamente quella di regalare la catenina con la medaglietta, ma è quella di garantire che effettivamente questi figli vivano la vita cristiana e quindi partecipino alla vita della Chiesa. Voi padrini e madrine siete i garanti! Per questo vi verrà chiesto se siete consapevoli di questa responsabilità.

I bambini verranno poi unti, due volte. La prima con l’olio dei catecumeni che riguarda tutta la gestione del nostro essere persone, essere umani condizionati da un mistero che si chiama il mistero della iniquità, e quindi questa unzione porta con sé un insegnamento, un’assistenza da parte della Chiesa che aiuterà questi figli a crescere non secondo la mentalità distorta di questo mondo, ma attraverso una liberazione da certi condizionamenti che si chiamano “peccato”. La seconda unzione è l’unzione della creatività, della figliolanza, dell’iniziativa, dell’essere nuove persone che cristianizzano questo mondo che si sta disumanizzando perché per la Chiesa l’essere cristiani, il vivere come Cristo è l’edizione umana più alta che si possa pensare in questo mondo.

Tra queste due unzioni ci sarà il segno del battesimo che è un segno drammatico però è bello, è un segno pazzesco è il segno che la morte è vinta. La morte è innanzitutto una dinamica attiva dentro di noi che tende a depotenziarci nelle nostre motivazioni, nelle nostre relazioni, nella nostra salute. La morte ci ha preso già e quindi questo la Chiesa lo mette in evidenza perché la vita umana è molto problematica e ci raggiunge non solamente qualche problema ma attraverso la dinamica della morte. Dentro questa dinamica Gesù Cristo ha voluto con tutto se stesso inserire la vittoria sulla morte e quindi vedremo che questi bambini saranno immersi nelle acque che sono il segno della morte che noi non possiamo nascondergli, ma gli possiamo solamente dire che è vinta. Ci sarà quindi un momento di spavento ma poi di vittoria ed è questo segno che facciamo dell’immersione nelle acque che per il popolo d’Israele per la Chiesa sono segno della morte. Ma la cosa più grande non è questo, è uscirne vivi! Uscire vivi per essere rivestiti di una nuova natura, di essere rivestiti di una grande dignità, essere rivestiti di una grande possibilità di guardare verso il futuro, nella misura in cui rimaniamo uniti come famiglia, come comunità, come padrini, madrine, catechisti, sacerdoti. Questa organizzazione estremamente sofisticata che è la Chiesa è a servizio della vita umana, o meglio della vita divina-umana, perché la vita umana vera è la vita divina-umana cioè la vita cristiana.