Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato?

23-11-2008 XXXIV domenica del Tempo Ordinario - Cristo Re dell'Universo di don Fabio Pieroni

Mt 25,31-46

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Poi dirà a quelli posti alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna”.    

Carissimi, oggi è la festa di Cristo Re dell’Universo, e questa festa ci fa presente un’affermazione di questo vangelo che ci dice: “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria”.

Ci sarà un giorno in cui Gesù Cristo verrà, sicuramente. Nelle vicende tormentate della storia, nella tormenta, nelle tempeste dove ti sembra non abbia senso nulla, dentro questo grande caos c’è qualcuno che tiene il bandolo della matassa, qualcuno, che è Cristo il quale nel gioco degli uomini, nelle decisioni delle persone, nelle situazioni che avvengono, continua a fare il suo gioco, continua a fare le sue scelte, anche se non si vede, anche se noi potremmo tranquillamente pensare che non c’è niente, che tutto è basato sulla casualità, sull’assurdità. Invece questa parola ci dice che dentro tutto questo c’è un pastore che guida la storia.

Malgrado Dio rispetti le decisioni degli uomini che possono procurare un rallentamento e anche una distruzione del suo disegno, continua a orientare la storia verso un suo fine. Ci sarà un giudizio un giorno, in cui arriverà Gesù Cristo e dovrà valutarci. Cos’è un giudizio? Che valutazione farà? Già sapere questo è molto importante: non è che noi viviamo, e succedono tante cose, ma poi alla fine tutto viene cancellato, tutto va a finire nell’immondizia e tutti si dimenticano di tutto. La nostra fede ci mette nella verità tirandoci fuori dalla confusione, dal pensiero che tutto è uguale, che è perfettamente identico indipendentemente dalle scelte che faccio e dal mio modo di agire. Gesù ci dice che verrà un giorno in cui farà vedere la verità”.

Nel frattempo dobbiamo fare le nostre scelte e la celebrazione di oggi ci aiuta a non trovarci impreparati domani, perché domani saremo quello che oggi stiamo decidendo di essere.

Gesù dice ad un certo punto: “Io dirò a quelli alla mia destra: ero nudo e mi avete vestito, avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere…”. Sono le cosiddette sette opere di misericordia corporale, così si chiamavano nell’antico catechismo. E questi gli risponderanno: “Quando mai ti abbiamo visto così?”. Anche quelli alla sinistra, che vanno a finire all’inferno, dicono: “Quando mai ti abbiamo visto così?” e risponderà Gesù: “Bene, ogni volta che avete fatto queste cose, le avete fatte a me. Ogni volta che non le avete fatte, non le avete fatte a me”. Quando mai ti abbiamo visto affamato?

E’ come se io sto fuori della parrocchia, sulla Palmiro Togliatti, vedo passare un parrocchiano e gli dico: “Fermati, che piove”. E quello va avanti. A un certo punto lo incontro in parrocchia e gli dico: “Ieri non ti sei fermato quando ti ho fatto segno” e quello replica: “Non sapevo che fossi tu, altrimenti mi sarei fermato.”-

Questo è un punto importante. Il giudizio, per noi, verrà valutato in base alla relazione che abbiamo con l’altro, non con noi stessi. Quante volte noi di fronte a certe situazioni diciamo: “Ma chi me lo fa fare, che mi importa, mi vado a complicare la vita! Che ci guadagno? Perdo tempo, faccio la figura del fesso, mi metto nei pasticci…”. C’è un passo della Scrittura che dice così: “La pensano così, ma si sbagliano, la loro malizia li ha accecati e non conoscono i segreti di Dio. Non sperano salario per la santità, né credono alla ricompensa delle anime pure”. Non conoscono i segreti di Dio, non sperano salario per la santità. Quello che noi facciamo, viene scritto! Quello che facciamo, non quello che sentiamo, non quello che diciamo, quello che facciamo! Se dicessi: “Per aiutare quella persona ho perso un sacco di tempo. Sono stato proprio stupido!”, avrei fatto una cosa buona e avrei detto una cosa cattiva. Se invece dicessi: “Questa persona va aiutata” e poi me ne disinteressassi, avrei detto una cosa buona e fatto una cosa sbagliata. Però quello che rimane è quello che facciamo, non quello che diciamo, non quello che proviamo. Dice ancora la Scrittura: “Voi che temete il Signore confidate in lui, il vostro salario non verrà meno. Voi che temete il Signore sperate nei suoi benefici. La felicità eterna e la misericordia”.

Questo è molto importante perché noi siamo in una società in cui ognuno si fa totalmente gli affari propri, tanto chi se ne importa, ma tanto chi mi vede, ma tanto a che mi serve. Riguardo il salario di Dio, poi, non sappiamo proprio di cosa si stia parlando.

Invece esiste questa realtà, questa finalità segreta che io devo custodire dentro il mio cuore per poter vivere attraverso dei criteri che non sono di questo mondo. Il criterio con cui noi viviamo è solamente quello dell’utilità immediata, ma noi sappiamo che dentro questa vicenda storica noi possiamo costruire non solamente il bene degli altri, ma anche il nostro futuro, perché ci sarà un giudizio basato sull’amore, sulla relazione che noi avremo nei confronti degli altri: molti dei peccati che noi facciamo sono peccati di omissione.

I peccati di omissione sono i peccati in cui noi non facciamo niente: non ho fatto niente di male… E dove sta scritto che devo fare questa cosa… Non mi sono accorto… il problema non è che cosa tu abbia fatto di male, è che non hai fatto niente di bene! Hai bisogno di aprire gli occhi! Devi diventare una persona che ha uno sguardo previdente, che si preoccupa.

Una volta mi ricordo, di ritorno da un viaggio, sono stato a casa di una famiglia e appena arrivato il marito mi dice: “Ci racconti come è andato questo viaggio? Che hai fatto?”. La moglie ha replicato: “Aspetta un attimo! Forse è meglio che ti riposi! Ecco, questi sono gli asciugamani; fai una doccia, vedo che sei in difficoltà, sei stanco. Parliamo dopo!”. Ecco, questo è un altro modo di vedere le cose!

Spesso noi non ci accorgiamo degli altri, non abbiamo questo sguardo premuroso, uno sguardo materno, di chi si prende cura dell’altro e non di chi lo utilizza e basta. Gesù Cristo ci invita ad aprire gli occhi su tantissime cose che non risulta da nessuna parte che tu debba fare, perché stanno scritte in una legge che è l’amore. Non c’è un codice. Su questo tu verrai valutato. Ogni atto di questo genere ha un peso davanti a Dio; davanti agli uomini non conta, anzi, è possibile che sia considerata una cosa stupida, ma davanti a Dio, no! Nessun giornale lo scriverà, però sta scritto nei libri di Dio. Questi libri verranno aperti e ti diranno: “Fammiun po’ vedere che hai fatto? Qui non c’è scritto nulla! E adesso come pensi di recuperare? Rifai tutto da capo? Rinasci? Non si può, quello che dovevi fare andava fatto allora. Hai dormito! Hai rovinato la tua vita”.

Quanta gente si diverte solamente a ingannare gli altri, facendosene un vanto. Questa è una mentalità che ci sta influenzando fortemente.

A me ha colpito la testimonianza di una donna che sta facendo una specializzazione di cardiochirurgia in un ospedale. La notte dovrebbe assistere i malati, affiancando il primario o il medico, però il medico che dovrebbe essere di turno, se ne va a casa a dormire. Non dorme in ospedale, ma a casa sua, in famiglia. Se durante la notte ci dovesse essere un’emergenza, secondo la legge scritta questa donna non può intervenire senza le indicazioni del medico. Ma se l’emergenza è molto grave, cosa deve fare? Considerate che se lei somministrasse una terapia senza autorizzazione e sbagliasse provocando la morte del paziente, lei passerebbe i guai, quindi deve aspettare che arrivi il medico e decida lui la terapia. E se questa persona dovesse morire prima dell’arrivo del medico, il responsabile sarebbe lui e non questa donna. “Che devo fare in questi casi?”, mi ha chiesto. Tu sai quello che dovresti fare! Devi fare tu la terapia! E se sbagli, subisci le conseguenze!

Chi ragiona così? Chi sente dentro di sé lo Spirito Santo che ti dice che ti devi sporcare le mani anche se questo è rischioso. Non te ne puoi disinteressare perché anche se secondo il diritto civile o penale, tu non saresti responsabile, lo saresti davanti a Dio. Questa ragazza mi ha detto: “Sarei io la prima a lanciarmi e a rischiare, già l’ho fatto!”. Così pensano i cristiani e tutti coloro che sono sensibili alla legge naturale che lo Spirito Santo continua a suggerire a tutti, anche ad un uomo che è ateo, perché a tutti Dio parla nei cuori! Non pensate che Dio non parli! Dio non sta zitto, e allora anche una persona non cristiana, anche un ateo, lo sa se ha fatto l’infame, se si è trincerato di fronte a una legge e ha provocato la morte di una persona.

Ci sono tantissime cose che possiamo fare e che non stanno scritte da nessuna parte. Dobbiamo avere uno sguardo più operativo, intraprendente, lo sguardo di chi si prende cura veramente dell’altro. Noi siamo parecchi passi indietro rispetto a questo stile di vita, siamo in un tipo di civiltà in cui siamo del tutto deresponsabilizzati. Ma un giorno il giudizio di Dio ci sarà. Allora prendiamo sul serio questa Parola perché dobbiamo organizzare la nostra vita, il nostro comportamento in una maniera completamente diversa in funzione di un giorno che arriverà, il giorno del giudizio.