Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo.

28-03-2024 Giovedì Santo di don Fabio Pieroni

Gv 13,1-15

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

Il catechismo della Chiesa cattolica definisce oggi come il giorno in cui Gesù istituisce la celebrazione dell’Eucaristia. La istituisce in una maniera che adesso non possiamo approfondire, perché dovremmo fare tutto quel  percorso che la prima lettura ci invitava a fare quando collegava l’Eucaristia che celebriamo oggi con la Pasqua in Israele.

La Chiesa dice che Gesù ha cambiato il significato della Pasqua di Israele, malgrado ne abbia  mantenuto alcuni segni fondamentali, e dice anche che Gesù ha istituito il ministero ordinato, il sacerdozio ministeriale. Tutti i cristiani, a causa del battesimo, hanno il sacerdozio battesimale, per cui possono compiere moltissimi atti liturgici. Infatti noi, proprio in questi giorni, abbiamo inviato molti parrocchiani nelle case del quartiere per lasciare una benedizione, recitarla e anche farla insieme con l’acqua, perché questo non è solamente di  di pertinenza del sacerdozio ministeriale. In realtà ci sono moltissimi atti liturgici che può fare un battezzato e ce ne sono alcuni  può fare solamente il presbitero.Oggi però c’è anche questo comandamento della carità fraterna che poi capiremo cos’è.

La parte ritenuta più importante durante la Messa è quella nella quale il sacerdote pronuncia le parole della consacrazione, perché attraverso quelle parole avviene la transustanziazione. Grazie alla consacrazione c’è un cambiamento della sostanza del pane che diventa il corpo, e del vino che diventa sangue, malgrado conservi la forma del pane e del vino.

Bene, avendo  fatto questa premessa, c’è una stranezza! Perchè? Qual è questa cosa strana? Il Vangelo di Giovanni è l’unico che non parla delle parole della consacrazione, ma parla della lavanda dei piedi. Questo è il segno che noi oggi dobbiamo contemplare, e alla fine di questa Messa con la maggioranza di voi, che fate parte delle comunità neocatecumenali o dei laboratori, andremo proprio a pregare su questo segno. E’ un segno strano!  Innanzitutto  è strano perché non corrisponde alle parole della Consacrazione, e quindi ci lascia interdetti. Nella Pasqua ebraica, non era scritto da nessuna parte che colui che presiedeva la celebrazione del “Sèder Pasquale” dovesse lavare i piedi. Al massimo un servo doveva o poteva lavare le mani! Invece Gesù si mette in ginocchio, rompe, interrompe la celebrazione sacra della Pasqua, e fa questo gesto lavando i piedi di ciascun apostolo. E Pietro va in crisi! E’ già l’inizio del tradimento di Pietro! Il suo tradimento non è legato tanto alla paura che lui aveva, ma fondamentalmente al fatto che non capiva quello che stava facendo Gesù; cioè come se uno stesse facendo la celebrazione della Messa col Papa, e a un certo punto lui cambia tutto quanto!

La cosa interessante è questa: Gesù si mette in ginocchio, lava i piedi, e fa un gesto esagerato. La Chiesa nei secoli ha cercato di spiegare questo gesto: per evitare che l’istituzione dell’Eucarestia rimandasse esclusivamente a una prassi, una pratica rituale, bisogna che ogni celebrazione abbia una ricaduta, che ci sia un rapporto causa-effetto tra la celebrazione dell’Eucarestia e gli effetti che produce chi la celebra. E qual è questo effetto? E’ quello di lavare i piedi!

Che cos’è lavare  i piedi? E’ condonare diecimila talenti,  è lasciare le novantanove pecore per andare a cercare l’unica che si è perduta, è l’obolo della vedova che dà tutto quello che ha per vivere, è prendere un vasetto di olio profumato, romperlo e versare il profumo sul capo di Gesù. E’ qualcosa che sta completamente fuori da un ragionamento di carattere utilitaristico, di carattere di convenienza, di strategia, perché è animato da un impulso, da un’esperienza con Dio che è amore, che fa esplodere in noi un modo di relazionarsi con gli altri che è animato dall’amore. E l’amore non è scritto da nessuna parte, l’amore di Cristo, per cui si passa dalla legge, che è piena di prescrizioni precise alle quali uno si può attenere e finalmente sta con la coscienza a posto. E’ la grazia! E la grazia è la salvezza! Vi ricordate quando Gesù dice: “Zaccheo! Cosa hai detto? Non ho capito bene! Dai la metà dei tuoi beni ai poveri, se hai frodato qualcuno restituisci quattro volte tanto? Oggi la salvezza è entrata nella tua casa! Da questo si vede!”

Celebrare bene l’Eucarestia significa che a un certo punto decidi di fare la catechista! Non conviene affatto, ci perdi tanti soldi, ti arrabbi mille volte per il traffico, arriva il genitore e non ti capisce, è una faticaccia! Lo decidi perchè sei animata da Gesù Cristo, che è uno che ti ama totalmente, e che ha attivato in te un modo di vivere che non è più guidato dai criteri antichi della legge, ma dell’amore, della libertà, dell’esagerazione, della sorpresa! Questo è un  cristiano! Se noi non celebriamo in maniera tale che ci arrivi questa creatività nell’amore, questa ingegnosità nel bene, non celebriamo bene l’Eucarestia! Allora, il cristianesimo è questo incontro con Cristo, che non è tanto che adesso noi usciamo di qua e andiamo a lavare i piedi, non è questo, non è “io devo riprodurre pedissequamente quello che è stato scritto”, è un modo di dire, è un esempio, in greco si dice hypodeigma è un parametro, un modello. Dice Gesù che ci sono alcune cose che prima le capisci e poi le fai, invece ci sono cose che prima le fai e poi le capisci! “Pietro, quello che io faccio tu non lo capisci, lo capirai più tardi”. Prima dovrai farle certe cose, poi le capirai!

Capite che significa per voi, per noi, tutto questo?  Che cosa significa che Cristo ha fatto Pasqua e tu lavi i piedi? Che fai delle cose che non sono scritte, che riempi fino all’orlo le brocche, che tu quella persona la sposi, che fa un figlio… cosa assurde! Sei matto! Ma perché? Perché c’è questo incontro! Non è qualcosa di proporzionato, è sproporzionato! Non è una cosa deducibile, è indeducibile, è una sorpresa! Questo dovrebbe fare l’Eucarestia! Questo è il Cristianesimo!

Quindi questa è la finalità di ogni Eucarestia è che voi facciate la Pasqua! E da che si vede la Pasqua? Che in te c’è questa generosità nuova. La cosa più difficile di tutte è che ci sia questo contatto, che è misterioso, non è facile potersi connettere con la frequenza spirituale dello Spirito Santo, ma quando questo avviene la tua vita cambia! Chi sta accanto a te, finalmente,  si riposa. Allora preghiamo proprio perché attraverso la preghiera che adesso prolungheremo, la Chiesa cerca in tutti i modi di far sì che ciascuno di noi possa essere esposto a questo passaggio di Dio che è amore!