Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.

23-11-2014 XXXIV domenica del Tempo Ordinario - Cristo Re dell'Universo di don Fabio Pieroni

Mt 25,31-46

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Poi dirà a quelli posti alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna”.    

In questo vangelo noi siamo collocati al di là della vita storica, perché la nostra vita finisce e questo vangelo ci dice che esiste un giudizio, cioè una valutazione. La morte non conclude tutto e Gesù ci invita ad avere una visione che ci faccia impostare il nostro modo di vivere. Noi non possiamo vivere come se tutto finisca nella bara, perché ci sarà un dopo, un momento finale in cui saremo risvegliati, risuscitati, e ci sarà una valutazione che si chiama giudizio.

Noi abbiamo esigenze di giustizia per cui diciamo: ma ci sarà qualcuno che alla fine rimetterà le cose a posto e farà valere le cose che valgono, smaschererà tutte le bugie che sono state dette…? Gesù ci dice che questa esigenza sarà soddisfatta perché ci sarà il giudizio. Questo è un punto importantissimo, tanto che c’è un brano dei Proverbi che dice: gli stolti non conoscono i segreti di Dio, non sperano salario dalla santità. Quante volte noi pensiamo che quello che facciamo, quello che abbiamo vissuto anche in una forma generosa, in realtà sia stata una stupidaggine, perché poi alla fine vanno avanti i più furbi e noi rimarremo delusi? Gesù ci sta dicendo: non è così! Ci sarà un momento in cui, attraverso il giudizio, tutto quello che è grande, che è vero, che è bello sarà trasformato, moltiplicato in qualcosa di straordinario. Quando il papa Giovanni Paolo II andò in Sicilia, rivolgendosi ai mafiosi disse: Verrà il giudizio di Dio! I mafiosi non sono solo i “Totò Riina”, i veri mafiosi sono quelli che gestiscono il petrolio, la finanza, che gestiscono la destabilizzazione dell’Africa, che cambiano il mercato… ci sarà un giorno il giudizio!

Questo è un primo punto, ma c’è una sorpresa! Avete sentito che la gente che sta dall’altra parte non sa se è stata promossa, noi non sappiamo se staremo dalla parte giusta o dalla parte sbagliata! Ci saremo giocati la nostra vita per le cose che valgono? Questo è un punto importante, io devo oggi pormi un problema: domani sarò dalla parte giusta? Potrò dire di aver vissuto una vita sana? Mi sarò giocato la vita sulle cose che valgono? Io devo impostare oggi la mia vita perché domani possa stare da quella parte. Cosa devo fare?

Ci dice Gesù che per fare in modo che la nostra vita un giorno sia promossa dobbiamo prendere sul serio il vangelo. Gesù dice: ci sono i carcerati, i malati, i prigionieri, gli affamati, gli assetati…sette categorie di persone. Si tratta di gente problematica, e quando noi ci troviamo di fronte una persona problematica cerchiamo di fare finta di niente, di prendere le distanze. Invece Gesù oggi ci sta dicendo: guardate che tutto quello che nella vostra vita si presenta come una rottura di scatole, come qualcosa che rovina i vostri disegni, il vostro confort, la vostra comodità, è una garanzia per quello che poi un giorno dovrete affrontare.

Noi abbiamo la tendenza a chiuderci, a farci gli affari nostri, a vivere una vita molto piccola e succede invece che se, per esempio, vai in ospedale a trovare una persona che sta in difficoltà, quando poi esci fuori, dici: ma quante cretinate faccio, ma quante cose inutili vivo, per quante stupidaggini mi arrabbio! La vita di quella persona che sta in difficoltà, la sua sofferenza, è un collirio che mi apre gli occhi, che mi fa piangere! Quante volte mi ha aiutato visitare, parlare con una persona che si rende conto che ha sbagliato: che sofferenza! Questa sofferenza risveglia in me una certa umanità.

Il mondo cerca di nascondere alcuni problemi (il problema dei profughi per esempio), pensando che tutto si possa risolvere solo con un cambio della politica internazionale. La civiltà che sarà condannata da Dio rifiuta la povertà, la rimuove, fa finta di nulla e invece questa è una grande risorsa per l’umanità! Quando ci arriva un fastidio, una scocciatura – perché sempre un carcerato, un affamato, un assetato viene a rompere le uova nel paniere e ti toglie la tranquillità – questa difficoltà ci apre alle cose che valgono, ci apre addirittura al fatto di riconoscere Gesù Cristo.

Quanti di voi per incontrare Cristo, per riconoscere Cristo, per capire la sua forza, la sua importanza, sono dovuti passare per una sofferenza! Sei stato carcerato, prigioniero, denudato da un tradimento, da una delusione, e ad un certo punto sei diventato sensibile a quello che prima ti sembrava una stupidaggine, e quella che tu dicevi essere una maledizione, in realtà è stata una benedizione. Se non fosse avvenuto questo, se tu non avessi vissuto quelle situazioni che tutti noi vorremmo fuggire, non saresti qua a sentire me che parlo.

Le situazioni di cui ci parla il vangelo sono la porta per entrare in contatto con Dio e a volte noi ce le dimentichiamo, perché in noi c’è un istinto ad addormentarci, a chiuderci agli altri, ad allontanarci dalle cose serie. Quanti anziani vivono la loro vita storditi davanti la televisione? Quanta gente che invece non ha potuto svicolare da un problema, ha trovato proprio in quello l’inizio della vita nuova! Ecco che significa questo vangelo. Noi dobbiamo rivalutare tante cose. Non possiamo pensare che ora esci di qua, trovi un mendicante, gli dai qualche euro e hai risolto. Se tu pensi questo non hai capito nulla! Te lo dovresti portare a casa … e poi accudirlo, coccolarlo… non finiresti mai! Con i poveri si è sempre in debito! Ma il punto fondamentale non è risolvere i problemi, è aprirsi alle cose che valgono. Attualmente è in corso una degradazione dell’uomo perché la gente non vuole scocciature, vuole vivere la sua vita senza problemi; viene a Messa perché così sta a posto anche con Dio!

Cristo non vuole e non può permettere che la mia vita si dibatta dentro al fatto che ho ragione, e che nessuno mi capisce, e che io e io e io… arriverai dall’altra parte e ti si dirà che hai combinato? Sempre a piagnucolare! Dimentica te stesso, apriti a qualcosa di nuovo, chiedi aiuto e ti accorgerai che piano piano la tua vita si semplifica, attraverso quella scocciatura. Pensate per esempio alle preoccupazioni di un genitore: quella roba lì è importante, ti tiene vivo, ti fa capire che quello che dice il vangelo è molto molto serio. Quindi riguardiamo anche le piccole fatiche le nostre debolezze, e chiediamo aiuto, perché quelle difficoltà ci aprano a Cristo.