Ma poi, pentitosi, ci andò

01-10-2017 XXVI domenica del tempo Ordinario di don Fabio Pieroni

Mt 21,28-32

«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, va' oggi a lavorare nella vigna.  Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò.  Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò.  Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Dicono: «L'ultimo». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.  È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli.

 

Abbiamo ascoltato questo vangelo che ci parla di una parabola. Un uomo aveva due figli e al primo dice: “Va a lavorare nella mia vigna”. Quello risponde “Sì” ma poi non ci andò. Dice la stessa cosa al secondo e quello risponde “non mi va” ma poi pentitosi, ci andò. Allora Gesù chiede: “Chi ha compiuto la volontà del padre?”, e gli rispondono “l’ultimo”.

Cosa stiamo facendo oggi? Stiamo vivendo un po’ quello che è scritto in questa parabola, perché i catechisti che a maggio dello scorso anno hanno portato i loro bambini alla Prima comunione, li hanno richiamati uno per uno, più di una volta, e non tutti hanno accolto questo invito: “si si veniamo…” e invece non sono qui!

Per quale motivo invece il campo di calcio alla mattina alle sei, sia che piova, nevichi o ci sia vento, è sempre pieno? Perché ogni genitore deve fare una valutazione. Queste due persone che vengono chiamate dal padre fanno una loro valutazione. Inizialmente uno dice di no, ma poi pentitosi ci andò. Il verbo greco utilizzato per indicare il pentirsi è quello di chi fa una valutazione in cui si rende conto che aveva risposto superficialmente: “Non mi va di andare”, ma poi si pente, cioè si accorge di aver sottovalutato l’opportunità che gli era stata data.

Uno dei problemi più grandi che abbiamo è segnare la gerarchia delle nostre priorità. Ci sono tante cose che noi abbiamo sottovalutato nella nostra vita e per questo ci troviamo a non poter fare delle cose che avremmo dovuto  e potuto fare. Ci siamo persi per strada, abbiamo dedicato tempo esagerato a cose che ci hanno portato altrove e  forse non abbiamo imparato una lingua, non abbiamo coltivato un’amicizia. E adesso ti ritrovi così, non perché stai sbagliando oggi, ma perché forse 3 anni fa hai sottovalutato chi ti è venuto ad aiutare. Nella nostra vita non esiste solamente Roma , le buche che qualcuno deve riempire, l’immondizia che nessuno raccoglie… la città di Roma è così perché c’è una corruzione più profonda che poi si evidenzia anche in queste cose, ma soprattutto ci sono buchi che abbiamo dentro. Nelle nuove generazioni c’è una grande confusione, c’è una grande sottovalutazione dell’educazione dei bambini, dei ragazzi, degli  studenti dell’università, e per questo andremo sempre peggio.

Noi vorremmo trasferire nelle persone il vangelo che insegna un’umanità alta, pregiata, grande. Dobbiamo lavorarci insieme. La Chiesa vi mette a disposizione tutta una serie di strumenti, di persone, di indicazioni che sono il distillato della civiltà più alta che si possa immaginare. Quando parliamo male del cristianesimo, questo avviene perché purtroppo ci sono degli esponenti che sono totalmente contro il vangelo malgrado lo insegnino. Noi siamo qui per aiutarvi a dare il giusto valore alla proposta del vangelo. Un anno che inizia porta con sé l’impegno di investire sul tempo;  a me conviene investire su un tempo in cui i miei figli, la mia famiglia ed io personalmente possiamo dedicare all’ascolto della parola di Dio oppure a girare a vuoto?

A questo proposito dice sant’Agostino: ho paura di Gesù che passa. Qual è la paura che ha sant’Agostino? Ha paura che Gesù passi e non se lo pigli, e non lo faccia entrare nella sua squadra, e lo lasci andare perché sta facendo altre cose. Questo è il grande impegno! Non è solamente l’impegno religioso di mettere la candelina, ma è l’impegno di costruire l’umanità. L’umanità si costruisce attraverso di te, attraverso di me. Io in questo momento sono il parroco di questa parrocchia e non c’è altro tempo che abbia per costruire qualcosa. Non lo posso fare domani! Nello stesso tempo quello che io sto facendo è per me la cosa più importante che possa fare, altrimenti farei altro!

Dobbiamo stare attenti, perché noi siamo intontiti da stupidaggini e perdiamo il centro. La nostra vita viene sabotata da una mentalità che ci ammala, e noi dobbiamo difenderci da questo e fare il nostro gioco: costruire le nostre comunità, i nostri gruppi. Quello che stiamo facendo è per la città di Roma! Ed è molto. Ci sono sfide difficilissime che la vita ci mette davanti, sfide nuove a tanti livelli e dobbiamo prenderne coscienza, dobbiamo saper dare risposte, dobbiamo avere gli strumenti necessari a far sì che rimangano attivi il nostro cervello, la nostra anima, il nostro spirito. Quello che facciamo è formare la coscienza di una persona perché prenda delle iniziative e sia capace a portarle avanti per costruire la realtà che muore, per inaugurare qualcosa di bello, di grande. Questo dobbiamo fare!