Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto

18-02-2024 1 domenica di Quaresima di don Fabio Pieroni

Mc 1,12-15

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

La scorsa settimana abbiamo vissuto un momento molto importante nel mercoledì delle ceneri, dove c’è un rito che è il segno che tutto finisce, che in noi già sta finendo qualcosa, siamo come dire malati, affetti da una dinamica che ci  condiziona, ci preoccupa e che normalmente vogliamo nascondere.

Ma oggi c’è un’altro segno!

La prima lettura ci parlava di un personaggio importante di nome Noè che ha costruito un’arca per difendersi dall’acqua che stava invadendo il mondo e cioè il diluvio universale che quando finisce lascia un mare di fango. La prima domenica di Quaresima ci dice che il mondo non è più chiaro, non si capisce più bene come funziona, come funzionano le persone perché si è ammalato. Il mondo è stato deformato, attaccato dal peccato, e per capirci qualcosa non è più sufficiente l’intelligenza normale, è necessario avere una luce più grande che Gesù viene a portare. Nella prima lettura e anche nella seconda si dice che Gesù è uscito dalle acque ed entra nel deserto per insegnarci un modo nuovo di vivere, di capire le cose; non è più sufficiente la spiegazione ovvia di “due più due  fa quattro”, perché spesso in questo mondo malato due più due fa sette e quindi uno non ci capisce più niente! Ecco allora la grande notizia che ci viene da questa domenica. Questa domenica ci dice che nella tua vita, dove tutto muore, dove tutto finisce, dove non si capisce quasi nulla, c’è una luce che noi possiamo assimilare dal Vangelo perché Gesù Cristo è questa luce nelle tenebre, è questo Messia che ci indica la via nel fango, e noi possiamo ritrovare la via giusta, senza perderci, senza  entrare in un atteggiamento di paura, di frustrazione nei riguardi di una storia e di una vita che ci porta a tante cose che sono del tutto assurde, a volte inaspettate e di fronte alle quali non sappiamo come reagire.

La vita di ogni persona secondo il Vangelo, è una prova. E che cos’è la prova? La prova è quella sfida che ogni giorno, mille volte dobbiamo affrontare per crescere, per diventare veramente noi stessi. Come faccio a fare il padre, la madre, il prete, come faccio? Ogni giorno devo fare delle scelte, ogni giorno debbo fare delle valutazioni, e spesso non mi aiuta la storia che ho davanti, non mi aiutano i fatti che ho davanti, perché sono ambigui, sono pieni di fango, non si capisce immediatamente quello che io debba fare, non posso più solamente affidarmi al mio istinto, come ci insegna questo mondo. Dobbiamo assimilare una sapienza che è quella di Gesù Cristo, di modo che dentro la prova, che in questo senso non è una cosa negativa ma necessaria,  c’è la tentazione. Dentro la prova, che in greco si dice peirasmos, cioè dentro questa situazione di ambiguità, di difficoltà,  non si tratta di fare il bene o il male, si tratta di fare la volontà di Dio o non fare la volontà di Dio.

C’è necessità di far riferimento a questa sapienza che dobbiamo assimilare durante la Quaresima e sventare il pericolo di cadere nella tentazione, perché  nella prova arriva il demonio. Il demonio è questo spirito di cui parla Gesù e che non è colui che si manifesta  in forme mostruose e terrificanti, in quella che è una demonologia esasperata (come viene chiamata nel linguaggio teologico). Ordinariamente noi abbiamo bisogno di fare discernimento tra lo spirito di Dio e lo spirito di Satana, che ci porta a risolvere, a prendere delle decisioni che ci allontanano dalla volontà di Dio: ci portano a fare degli errori, anche in buona fede, che producono un grande male. Quindi la situazione dell’uomo è drammatica, per questo deve essere evangelizzato, per potersi orientare dentro la complessità della nostra esistenza che non è possibile che si possa affidare esclusivamente a dei parametri così elementari. Avete sentito nella seconda lettura che nell’arca stavano otto persone in tutto. Anche il fonte Battesimale ha otto lati! La lettura sta parlando del battesimo che è un simbolo. Dentro l’immersione nel fonte battesimale, che è l’immersione nella Sapienza, nella cultura e nella sensibilità di Gesù Cristo, noi piano piano acquisiamo dei criteri che sono quelli di Gesù, per fare le nostre scelte, non più secondo l’istinto che ci frulla nella testa, ma secondo una Sapienza, che stiamo assimilando per essere veramente uomini e donne secondo il modo di Dio. Vedete quanto è complessa la cosa. Quindi riassumendo, in questo mondo pieno di cenere, di fango, abbiamo bisogno di affrontare questa realtà in una maniera che non è quella di chi va a sbattere sulle cose e basta, ma è quella di chi ha ricevuto la Sapienza di Cristo; questa Sapienza ci abilita a poter gestire le decisioni, che sono delle prove, senza cadere nella tentazione, senza deformarsi nella tentazione. La tentazione ci porta alla morte e produce insoddisfazione intorno a noi, ma la buona notizia è appunto che Gesù ti prende per mano e dice” guardami, camminiamo insieme!” Il Cristo risorto di ieri, oggi trasmette a me e a te lo stesso modo di ragionare che è secondo Dio. Ecco perché è importante questa Quaresima: sono quaranta giorni. Il numero quaranta è un numero che indica una trasformazione, un cambiamento. Tante volte nella Bibbia appare il numero quaranta: vuol significare un cambiamento. In noi prevalgono normalmente altri criteri per poter affrontare la vita, perché guardiamo la televisione, perché ragioniamo in modo autoreferenziale, perdiamo questa sensibilità e quindi ci ritroviamo su un binario morto, ci ritroviamo ad essere arrabbiati col figlio, con la moglie, perché non sappiamo leggere come mi devo comportare. Mi devo chiudere? Mi devo disperare? Che significato ha questo secondo Dio?

Dobbiamo camminare insieme per fare in modo che le nostre prove non falliscano nella tentazione, ma che invece producano un aumento di vita e una emersione da parte dei cristiani in questo mondo, di una civiltà diversa, nella tua famiglia, nel tuo posto di lavoro. Si tratta di fare questo lavoro profondissimo di conversione, di trasformazione della nostra mente, del nostro modo di ragionare e quindi di scegliere e prendere le nostre responsabilità.