Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

14-02-2024 Mercoledì delle Ceneri di don Fabio Pieroni

Mt 6,1-6.16-18

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

Oggi è mercoledì delle Ceneri, il primo giorno di 40 giorni prima della Pasqua, che sono la Quaresima, un momento forte dell’anno. Dobbiamo però prendere sul serio questo primo giorno, cercando di capire cosa stiamo facendo oggi.

Vi mostro la cenere che è un residuo di qualcosa che non c’è più, è finito; immaginate un bell’albero che si è trasformato e diventa polvere: un albero non lo sposta neanche l’uomo più forte del mondo, eppure finisce. La cenere, quindi, è il segno di tutto ciò che si consuma, che finisce, che muore, come le amicizie: basta niente, tocchi una persona, gli fai una telefonata in cui sei un po’ arrabbiato, gli dici una cosa e con lui hai chiuso, quell’amicizia è finita, è andata in frantumi.

Il segno della cenere significa anche che noi (per questo ci viene messa in testa) prendiamo coscienza che finisce tutto, come anche le nostre motivazioni: ti eri sposata e ne eri contentissima, ma adesso no; ti piaceva stirare le camicie per tuo marito e adesso un po’ meno; ti piaceva venire in parrocchia con don Simone che fa le prediche meravigliose e adesso un po’ meno. Noi siamo abitati da questo principio che non rimane; trascorrono gli anni, interviene la fatica e tutto si spegne; tutto era colorato e piano piano si sbiadisce, tutto diventa normale, quasi triste, buio.

La Parola dice: “sono come l’erba che germoglia al mattino: al mattino fiorisce, germoglia; alla sera è falciata e dissecca… I suoi giovani erano più splendenti della neve, più candidi del latte; avevano il corpo più roseo dei coralli, era zaffìro la loro figura. Ora il loro aspetto s’è fatto più scuro della fuliggine, non si riconoscono più per le strade; si è raggrinzita la loro pelle sulle ossa, è divenuta secca come legno”.

Su questa realtà che noi riceveremo sulla testa (perché noi siamo cenere, siamo fragili), ci sarà un’operazione di Dio! Questa è la grande notizia: che non siamo soli dentro questo fenomeno di consunzione. C’è Dio che vuole intervenire, vuole mettere il dito su questa piaga che è la morte ed a cui è esposto ogni uomo, l’umanità intera: le motivazioni, l’amore, i grandi impegni, i regali, le amicizie, la gioia, la salute, tutto finisce.  E allora su questo Dio dice: “convertiti e credi al vangelo!”; se tu ti allei con me e mi fai mettere il dito su questa piaga, tu vivrai, tu resisterai, tu sarai il segno, sei il segno che il potere della fragilità va a sbattere contro qualcosa che è più forte, che sarà una mia parola, il mio amore.

Iniziamo allora un periodo importante: 40 giorni in cui bisogna che ci consolidiamo, che fortifichiamo questa alleanza. Uno può pensare che questo non serva, che sia meglio andare a cercare le litanie, gli esercizi, lo yoga. Invece Dio ti invita ad iniziare la Quaresima, che è per la vita, è una vittoria sulla morte, un rimettere in piedi le nostre risorse più belle. Nel momento in cui facciamo le cose insieme, celebriamo ed approfondiamo insieme, questa Quaresime ti comunica lo Spirito di Cristo, del Risorto, una capacità che ti consente di fare qualcosa che umanamente non faresti.

Come fai tu a rilanciarti, ad essere più contento, più forte, malgrado tutte le cose siano così complicate? Avete sentito che ci sono 3 strumenti fondamentali: il primo che non potremmo mai immaginare è la preghiera, che è un momento in cui, durante queste celebrazioni della Quaresima, vi condurremo ad incontrare la dimensione di Dio, il quale ormai è stato emarginato; o è una caricatura oppure è una cosa terribile. Bisogna trovare un equilibrio, che qualcuno come noi sacerdoti ti aiuti a metterti in contatto con questo Dio che viene a cercarti, perché tu possa entrare nel profondo di te stesso e lì riprendere fiato davanti a una società che ci nega la sua presenza, ci fa vivere fuori di noi stessi, ci rimbambisce con 1.000 cose difficili, complicate; l’eccesso di informazioni, di emozioni, di stupidità che si sono in giro ci rendono come drogati.

Poi scopriremo che attraverso la preghiera ci verrà la possibilità di fare l’elemosina, che non significa donare 2 €, ma che in te si riattivi quella generosità che non ha calcoli; significa che noi riusciamo a spenderci, perché abbiamo ripreso contatto con una vita che vince il potere che la morte ha su di noi e che ci consuma, ci rattrista, ci blocca.

Il terzo strumento è il digiuno che è la libertà di stare con le cose o non starci, di avere il piacere o di essere libero; è la libertà che viene sempre dalla relazione con Dio che ci chiama in questo tempo ad avere i nostri spazi, uno spazio di silenzio: “chiudi la porta e prega il Padre tuo nel segreto”. A volte dobbiamo chiudere il cellulare e stare un po’ da soli, 10 minuti. E a questo proposito vi abbiamo preparato un quaderno in cui ogni giorno c’è una cosa da scrivere; per esempio, oggi, 14 febbraio, mercoledì delle Ceneri, puoi scrivere quello che ti è piaciuto di questa celebrazione. Sulla copertina riporta l’operazione del fiume Giordano che entra nel deserto e scopriremo più avanti cosa significa questa immagine.

Vi faremo questo segno e vi diremo: “convertiti e credi al vangelo!”; sembrano due cose diverse, invece è il sinonimo; convertiti, cioè credi al vangelo, prendilo sul serio. Noi stiamo vedendo che quando una persona tra di voi prende sul serio il vangelo, la sua vita fiorisce, vince sulla morte. Quando una persona si stacca, poi si brucia, si consuma. Lo dice pure Gesù; “rimanete in me, e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da sé stesso se non rimane nella vite, così anche voi, perché senza di me non potete far nulla. Se non rimanete in me e io in voi, siete come un tralcio che viene buttato via; poi si secca, lo raccolgono, lo bruciano” e diventa cenere. Così ti rovini, però anche con questa cenere Dio può sempre operare! Questa è una notizia stupenda, se la crediamo vera. Noi abbiamo bisogno di dare questa parola, perché vedrete che quando diremo “convertiti e credi al vangelo” la tua fronte sarà piena di cenere e Dio mette il suo dito su questa cenere; non è solamente una formula, ma è anche una parola. Per cui la cenere più la parola fa un uomo nuovo. Molti di noi quando non ascoltiamo più la parola diventiamo come il “das”, che se lo dimentichi aperto, diventa tutto bianco e secco e non serve più. Bisogna che la polvere sia bagnata da questa parola, così che diventiamo delle nuove creature. Noi abbiamo bisogno di due operazioni: la prima in cui nasciamo e quella in cui diventiamo cristiani.