Il mio vivere è Cristo

31-12-2019 Maria SS. Madre di Dio di don Fabio Pieroni

Lc 2,16-21

In quel tempo, i pastori andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Celebriamo nell’ultimo giorno dell’anno questa eucarestia nella solennità di Maria Santissima Madre di Dio, ed anche la giornata della pace.

Io vorrei però sottolineare un aspetto che è legato al momento che viviamo ed alle letture che abbiamo ascoltato. Il momento che viviamo è quello di un anno che finisce, e di un anno che ricomincia, e questo crea nelle persone un senso di angoscia, perché il tempo vola. Chi non conosce Cristo, ed anche noi che forse lo conosciamo poco, cerca di fare un rito che sia di esorcismo: vogliamo esorcizzare il tempo che passa. Tutto questo non è stupido! Le persone che si sballano, lo fanno perché hanno un senso di angoscia e questo è inevitabile, a meno che non ci sia qualcuno che abbia evangelizzato. Il problema non è legato semplicemente al fatto che ci sono persone che accolgono Cristo ed altre che lo rifiutano, perché molto spesso la gente non accoglie Cristo perché non lo capisce.

Di fronte alla vita che noi viviamo e che se ne v, ci sono tante domande che ci incalzano.  E’ normale che sia così. Già i greci ragionavano su questo problema legato al tempo e lo avevano inquadrato nella forma del chronos. La parola tempo in greco si può dire in tanti modi e ciascuno di questi modi ha un significato diverso. Una di queste è chronos, che è un cerchio che riproduce costantemente se stesso.

Per il cristiano invece la vita che diventa una storia, è paragonata ad una linea retta condizionata dall’amarthia. L’amarthia è una freccia che sta sbagliando bersaglio, sta deviando, sta andando chissà dove… nel nulla? Dentro questa freccia ci siamo noi perché la nostra vita sta dentro qualcosa che ci spinge… verso dove? Dove andremo? Cosa facciamo nel frattempo? Secondo la teologia cristiana Cristo nasce su questa astronave che vola verso l’errore, che sta andando in malora. Si incarna in questa realtà e, dall’interno, comincia a dare un senso a quello che noi viviamo.

Quindi si è pensato che esistessero due storie, la storia universale e la storia della salvezza. In realtà c’è solo la storia della salvezza nella quale ci sono persone consapevoli di esserci e che assecondano questa storia vivendo dei frammenti di quello che è scritto nei vangeli, e persone che questo non lo sanno. Questa è la linea interpretativa del cristianesimo, il logos, la logica che Dio rivela in Cristo.

Ci sono anche tanti altri modi di leggere la storia, come quello marxista, sofisticato, affascinante, che è entrato nelle persone molto meglio di quanto noi cattolici diciamo a chi non conosce Cristo. L’impostazione marxista afferma che tutto sia condizionato dalle lotte di chi detiene gli strumenti di produzione. Per noi non è così. Noi ci accorgiamo, e dovremmo esserne maggiormente consapevoli, che la nostra vita già sta riempiendosi di consistenza quando noi viviamo delle esperiente che fanno presente il vangelo.

Molte persone oggi fanno la “serata del memoriale” e raccontano un evento bello del 2019, ma non è questo il punto, perché in realtà ci sono cose belle e cose brutte. Il problema è scoprire che ciò che abbiamo vissuto abbia senso, perché la croce è una cosa brutta, ma anche bella!

Molti di noi hanno vissuto e vivono situazioni complesse che non si aggiustano, che sono faticose… Ma se questa fosse un’esperienza che fa presente nella tua situazione la lotta che Gesù Cristo fa con le problematiche che lui stesso ha vissuto? Quella storia particolare e tutto quello che gli assomiglia, Dio lo ha risuscitato! Se vediamo questo, c’è un cambio, una conseguenza enorme!

Tutto quello che noi viviamo in Cristo diventa consistente, fondamentale, cambia il mondo e trasmette dentro la storia universale la presenza di questa meraviglia, di questo incanto. Il rito eucaristico che noi viviamo oggi deve travasarsi nel rito esistenziale di ogni cristiano che spezzandosi rivela al mondo la pienezza, la forza, la bellezza che viene da Dio Padre, il quale ha voluto salvare il mondo attraverso questa modalità.

Cristo è il Salvatore del mondo, cioè viene a dare un senso a ciò che non ha senso.

A volte noi abbiamo l’impressione che quello che viviamo sia insignificante, e questo è un gravissimo errore. Noi dovremmo prendere consapevolezza che quello che stiamo vivendo è molto importante, è determinante! Questa non è superbia, è verità! I cristiani possono incidere, possono scrivere degli atti apparentemente piccoli, ma che li risusciteranno. Potrai guardarli e scoprire quanto vale, quanto pesa, quanto è importante quello che hai vissuto, c’è la gloria, il peso, il valore in quello che hai vissuto. Tutto quello che noi viviamo in Cristo ha questo grande valore.

Il criterio del valore, del senso della vita è il vangelo. Tutto quello che noi viviamo in questo senso ha valore. E se ti dicessi che c’è la possibilità che tutto quello che tu stai vivendo, quella problematica, tu lo possa vivere in Cristo? La cosa peggiore che può verificarsi nella vita di un uomo è la croce, ma questa non è una fregatura, una distruzione, è un grande appuntamento per chi conosce Cristo, è l’ora! E’ giunta l’ora.

Noi camminiamo in questa storia che è stata agganciata da Cristo, noi siamo stati coinvolti, e dentro il turbinio di questa astronave della storia che cammina, noi possiamo essere disarcionati, perché è troppo difficile, perché non siamo stati aiutati a rimanere dentro questa attesa.

C’è un modo di vivere nel mondo che dà senso a questo mondo, che asseconda lo spirito, che ci chiama ad interpretare, a fare presente, a dare carne al mistero di Cristo. Questa è la chiamata che Dio ci fa alla fine di questo anno e all’affacciarsi di un anno nuovo; noi siamo interpreti di questo grande mistero, di questa grande forza, di questa grande purezza, di questo grande coinvolgimento che Dio ha fatto di se stesso attraverso il suo Figlio: si è incarnato in questa storia e non si può più staccare da me. Si è incarnato per sempre!

Proviamo a riflettere su quello che è il mistero della nostra vita. Il mio vivere è Cristo, dice san Paolo. Questo è il significato che noi dobbiamo costantemente approfondire, è una presa di coscienza sempre maggiore nella quale noi dobbiamo coinvolgerci.