Il limite del male è la misericordia

10-04-2020 Venerdì Santo di don Fabio Pieroni

Gv 18,1-19,42

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Stiamo celebrando il secondo giorno di questo mistero pasquale che ieri abbiamo inaugurato attraverso dei segni bellissimi: abbiamo confezionato il pane azzimo e lo abbiamo mangiato. Questo esperienza lascerà un segno per sempre, soprattutto nei vostri bambini. E poi abbiamo fatto la lavanda dei piedi, che è un’opera d’arte, è l’esempio di quello che dovrebbe essere alla base di ogni atto cristiano: l’atto dell’amore, l’atto che nasce dallo Spirito Santo.

Ho letto recentemente un testo antico che raccontava che in passato tanta gente andava da questi padri, che si chiamano abba, ed in particolare dal più famoso di questi Abba Antonio. Ad un certo punto Abba Antonio si rivolge ad una persona che era sempre lì, ma al contrario degli altri non faceva mai domande, ed allora è lui a rivolgersi all’uomo chiedendogli il motivo di quel silenzio. E quest’uomo sconosciuto risponde: Abba Antonio, a me basta solo vederti!

Questa è una cosa stupenda, perchè Antonio era veramente un cristiano, aveva in sè questo spirito, questa carità che gli derivava dall’esperienza della Pasqua, era un uomo nato dalla Pasqua.

Oggi però dobbiamo fare i conti non con il pane azzimo, la lavanda dei piedi e l’istituzione del sacerdozio, ma con un tema tremendo che si chiama la Croce.

Della Croce si può parlare in tanti modi, anche in maniera poetica, artistica,ma è invece un tema forte, terribile. Avete visto che la Chiesa invita i sacerdoti prostrarsi all’inizio di questa celebrazione, perchè quando appare la Croce una persona viene abbattuta, spazzata via.

Come ricorderete il film “The passion”, che inizia con una sfida che il demonio lancia a Gesù: Tu non sai quanto è difficile quello che stai per affrontare! Non ce la puoi fare! Sei troppo fragile! Gesù accetta questa sfida, poi verso la fine del film, quando portando la croce incontra la madre, le confida un segreto: io sto facendo nuove tutte le cose attraverso la sofferenza, attraverso la croce!

Cosa è la Croce? Nel Passio di San Giovanni viene descritta la Croce non solamente come la  crocifissione vera e propria. La crocifissione è il simbolo di tutto quello che è ingiusto, assurdo, insostenibile, è il tradimento, è la defaillance, è la doppiezza, tutto ciò che Gesù patisce.

Ma la Croce è anche quella di chi ha peccato, come Giuda. Il papa oggi sta facendo proclamare una via crucis in cui i protagonisti sono ergastolani, i quali mentre parlano dicono che stanno vivendo la croce di Cristo! E’ strano questo, perchè noi pensiamo che la croce sia qualcosa che porta solo l’innocente. Adesso stiamo cercando di entrarci dentro, perchè è un tema veramente tremendo! Io e te di fronte alla croce o ci deprimiamo, o imprechiamo, protestiamo, o ci sentiamo colpevoli, e non sapendo gestire la situazione,  chiediamo a Dio che ci salvi.  Pensiamo che la salvezza che ci porta Gesù Cristo sia quella di cancellare la Croce, di togliere la croce. Questa è una grande delusione.

Quello che dobbiamo capire è che Gesù non viene  a cancellare la Croce, viene a redimerla. Che vuol dire redimere la Croce, redimere il tradimento, redimere quel problema che ci rovina la vita?Ci sono cicatrici tremende che ci portiamo dentro, e che l’uomo non può reggere, non perchè  è cattivo, ma perchè ha bisogno della redenzione di Gesù Cristo. Abbiamo bisogno che Cristo ci illumini, ci trasmetta qualcosa di assolutamente indispensabile perchè la Croce è all’ordine del giorno a partire dalle piccole contrarietà, dai piccoli contrattempi, dalla malattia, dal virus,dalle cose inaspettate che obiettivamente sono immeritate. E’ un tema tremendo!

Noi dobbiamo sapere qual è stata  la risposta di Gesù Cristo che ha inaugurato dentro la morte una via di salvezza, perchè lui, essendo il Figlio di Dio, il figlio del Padre poteva entrarci con una risorsa che non era la propria, ma era la sua  alleanza con il Padre. Questa alleanza gli ha consentito, nello Spirito Santo, di trasferire, di estrarre da questo dolore, da questa ingiustizia, da questa morte, qualcosa di grande, qualcosa di buono, una salvezza.

Io mi sono riferito ad un grandissimo Santo che ha esplorato questo tema della croce così come io ve lo sto proponendo; questo santo è San Giovanni Paolo II. In uno dei suoi testi, Salvifici doloris, dice che il dolore è salvifico, e ad un certo punto dice una frase secondo me importante per capire qual è la risposta di Cristo al dolore. La risposta di Cristo è l’unica risposta, e non è solo la sua, ma mi può essere partecipata, mi può essere donata, è fruibile, può diventare la mia perchè Cristo in me continua a rispondere come ha risposto al dolore, alla Croce. L’unico salvatore del mondo davanti alla Croce è Cristo. Ci vuole un atto divino, qualcosa che viene da Dio, che è soprannaturale.

Giovanni Paolo II dice: “Nella Croce di Cristo non si è solo compiuta la redenzione mediante la sofferenza, ma la stessa sofferenza umana è stata redenta“. Cioè in Cristo la  sofferenza dell’uomo è stata riempita di significato, di fecondità, di eroismo. E’ diventata una possibilità di fare una ulteriore opera d’arte, di sorprendere il mondo. Quindi Cristo non ha cancellato la Croce, ma ha elevato la sofferenza umana a livello della redenzione. Questo significa che io e te, se diventiamo veramente discepoli di Cristo, possiamo dire Amen! a questa vocazione che è quella di accettare che Dio mi chiami, senza chiedermi il permesso, dentro la sofferenza che sto vivendo, e quindi consenta allo Spirito Santo di prolungare la presenza di Cristo dentro questa ingiustizia redimendo il mondo.

Giovanni Paolo II diceva un’altra frase molto difficile da comprendere: “Il limite del male è la misericordia“.

Qual è il limite del male? Come si fa a bloccare il male? Il limite del male è la misericordia, cioè la Croce, la possibilità di poter vivere la croce come l’ha vissuta Gesù e come era stato prefigurato nelle profezie. La prima lettura ci descrive il servo di Jahvè che “quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza. Si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. Il giusto mio servo giustificherà molti.” Noi non sappiamo come questa redenzione procurerà un bene. Lo vedremo più avanti, e questa è la difficoltà della redenzione attraverso la Croce.

Dice ancora Giovanni Paolo II: “E quindi anche ogni uomo nella sofferenza può diventare partecipe della sofferenza redentiva del Cristo“. Questa è la buona notizia, cioè che se io vivo con lo Spirito di Gesù i dolori legati a quei problemi che ho vissuto o ai macelli che  posso aver commesso, questa non è più una maledizione, ma diventa una benedizione, non è più una vergogna, è un vanto, non è più qualcosa di totalmente inutile ma di fortemente  fecondo. Questa è la redenzione.

Redenzione è una parola tecnica che significa che io consento che altri facciano la Pasqua. In un midrash che parla di Giobbe gli antichi maestri ebrei dicevano: sapete cosa è accaduto? Mentre Israele stava per affrontare il passaggio del mare e stava per arrivare il Faraone, Dio ha mandato il suo servo Giobbe, come fa un pastore quando manda il suo cane per fermare i nemici che vorrebbero aggredire il gregge, Dio ha lasciato Giobbe a combattere per distrarre il nemico, mentre il popolo di Israele attraversava il Mar Rosso. Ed ha combattuto dentro queste sofferenze terribili senza sapere che era stato lui ad acconsentire ad Israele di uscire vittorioso contro il Faraone.

Io credo che questo sia un aspetto che ci viene trasmesso dalla sapienza della Croce. L’ultima cosa che voglio dire è questa: noi tante volte concepiamo la Passione come qualcosa che finalmente avrà un premio che è la Risurrezione, che la Risurrezione sia il  premio per una buona passione… no! Noi pensiamo che da una parte c’è il dolore e dall’altra la gloria… non è così!

Nel cristianesimo la passione di Cristo la può vivere solo chi ha ricevuto la risurrezione.

E allora siccome io sto facendo Pasqua, ho lo spirito di Cristo, e posso vivere la sua passione perchè mi viene data la capacità di poter partecipare a questa  potenza spirituale. Potrò poi naturalmente entrare in una risurrezione escatologica, ma  già chi vive la Passione sta glorificando il Padre.

La gloria di Dio è nella Passione e sboccia in una pienezza, in una ulteriorità che noi non sappiamo quanto sarà straordinaria. Tutta la teologia ebraica e cristiana ci parla di questo. Allora noi speriamo che possiamo dire il nostro Amen. Noi da soli non possiamo capire la croce. Qualcuno ce la deve rivelare, svelare, deve togliere il velo. Ricordate chequando Gesù muore e si strappa il velo del tempio che proteggeva un posto sconosciuto, il Santo dei Santi, dove c’era il mistero di Dio. Nessuno sapeva cosa potesse esserci nell’intimità di Dio: c’era il Figlio crocifisso.

Questo amore,  questa capacità di redimente il mondo attraverso la Croce, questa misericordia che è il limite al male sono cose straordinarie e speriamo che questo giorno sia per tutti noi di grande sapienza, perchè la sapienza della Croce è la sapienza del cristiano, è la sapienza dello Spirito.

Domani entreremo in un giorno anch’esso molto complesso: il giorno del Grande Silenzio, in cui non sappiamo nulla, in cui chi dovrà agire è solamente il Padre, perchè Gesù si è affidato totalmente al Padre e quindi lui non ha più potere su se stesso. Questa è la cosa splendida che domani vivremo.