Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo

26-02-2023 I domenica di Quaresima di don Fabio Pieroni

Mt 4,1-11

In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Siamo nella Quaresima che abbiamo iniziato mercoledì scorso attraverso il segno delle ceneri ed abbiamo scoperto che l’uomo, che è così fragile come la polvere, se viene raggiunto dal soffio di Dio diventa un essere vivente.  Quindi noi durante questi quaranta giorni riceveremo il soffio, la parola di Dio, per fare in modo che consolidiamo il nostro essere cristiani.

Questa prima domenica di Quaresima ci parla innanzitutto di qualcosa che avviene nella prima lettura, un dialogo tra Dio ed Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden. Questo non è un giardino normale, ma è il giardino del paradiso, quindi il luogo dove uno immagina che le cose andranno sempre di bene in meglio, dove c’è la felicità, dove c’è la comprensione.  In questo giardino c’è un serpente, un animale che non ha le orecchie esterne, non ascolta la parola di Dio, non ascolta nessuno, sa tutto lui, e fa  si chiama “loghismos”, in cui gli mette in discussione il giardino, gli dice: “Tu lo sai che si potrebbe stare molto meglio?”. Adamo ed Eva ascoltano il serpente e questo cambia i loro occhi: “Allora videro che l’albero era buono da mangiare”, lo mangiano e “videro che erano tutti e due nudi” e succede una catastrofe perché questo serpente è il simbolo del male, del demonio, del diavolo, di Satana.

Satana è una parola ebraica che significa colui che ti punta il dito, quello che punta il dito contro Dio, punta il dito contro don Fabio, punta il dito contro me stesso! Satan l’accusatore o il diavolo è colui che ti separa dagli altri, da una persona che ti vuole bene, e tu cominci a sentirne fastidio e non ci vuoi più parlare, la eviti.

Ci sono dei sintomi di cui ci parlava la seconda lettura: “come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini”, per cui se uno dà retta a un pensiero che viene dal demonio entra il peccato e con il peccato la morte, e con la morte tutto si rovina, tutte le cose belle si chiudono… e San Bernardo è una rottura di scatole …e don Fabio chi si crede di essere …. poi i catechisti  … ma andiamo da qualche altra parte.

Si rovina tutto per un pensiero. E questo pensiero non è cattivo, perché il demonio non ci tenta attraverso dei pensieri cattivi, ma dei pensieri buoni: “tu lo sai che potresti stare meglio?  ma tu lo sai che a te nessuno ti vuole bene come ti meriti? nessuno ti capisce come dovresti essere capito!”  E dentro di te dai ragione a questi pensieri: “E’ vero!”. Questo è il peccato che è entrato in te e tu non te ne sei accorto perché il demonio è particolarmente intelligente, tant’è vero che Dio per fare in modo che noi scopriamo come davvero pensa il demonio, non va più nel giardino ma nel deserto.

Cosa avviene nel deserto? Gesù avrebbe potuto cacciare immediatamente il demonio, invece lo fa accostare a sè perché noi potessimo comprendere come lui pensa.

Noi abbiamo tre modi di pensare: il primo è quello dell’uomo naturale che ragiona dicendo “due più due fa quattro”, ma siccome la vita è complicata, si ritrova che ad un certo punto non ci capisce più niente e allora ha due alternative; sono passati quaranta giorni e quaranta notti  e sei stanco, e il demonio è paziente,  aspetta che tu stia un po’ in crisi e in quel momento butta là una parolina, un logismos,che è il modo di pensare del demonio. Se dico Amen a questo ragionamento che mette in discussione l’esistenza di Dio, la bontà della mia vita, e il futuro che mi attende e dico che effettivamente la mia vita è proprio troppo difficile, ma che mi ci ha messo a fare al mondo, cedo alla tentazione del demonio.

Ma c’è un altro modo che è quello di Cristo che è il modo che noi dobbiamo praticare,  è un modo nuovo, complicato, non è facile.  Sentite cosa dicevano gli antichi:  “il padre Antonio disse: vidi tutte le reti del maligno distese sulla terra e dissi gemendo, chi mai potrà scamparne? e udii una voce che mi disse: l’umiltà”

Se uno è umile si fa insegnare, si fa spiegare cosa gli sta succedendo. Devi andare da qualcuno, ma non da chi ti dà sempre ragione, perché il demonio vuole sempre avere ragione. Sapete che il demonio è anche chiamato l’adulatore, quello che ti adula, che ti dice che come te non c’è nessuno, tu sei l’unico al mondo, e allora tu sei il più intelligente, sei bravo, nessuno ti ha mai capito! Tu lo ascolti e ti accosti a lui e piano piano ti ritrovi che nel tuo cuore c’è qualcosa che non funziona, e io ti dico: guarda che tu hai ragione, ma questo viene dal demonio, perché la ragione ti porta alla morte. Molto spesso dobbiamo fare un salto verso la logica di Gesù Cristo che contraddice la ragione, la supera e su questo dobbiamo essere aiutati dai sacerdoti, dalla parola di Dio. Se uno fa tutto da solo, diventa autodidatta ed evita tutte le persone che potrebbero contraddirlo, si fa incastrare dal demonio. Sai da cosa te ne accorgi? Dalla sproporzione che c’è tra quello che tu senti e quello che io ti ho detto; c’è un meccanismo di difesa da parte del demonio che non vuole che tu ti metta in discussione, quindi piano piano ti rattristi, ti chiudi.

Sapete che gli artisti rappresentavano Giuda sempre di profilo, non lo vedi mai davanti, e questo succede a tutti noi. Vi ricordate, quando Gesù dice: “Uno di voi mi tradirà” tutti rispondono: “Sono forse io?”, forse potrei essere io, potrei entrare in crisi. Noi spesso non ragioniamo così! Quando io ti dico: attento hai una tentazione del demonio, tu rispondi “eh il demonio! Ora scomodiamo il demonio, figurati se viene a parlare con me” e invece sì.

Dobbiamo quindi imparare una cosa che si chiama il discernimento spirituale, che ci insegna a fare questa verifica, e che non possiamo fare da soli. E’ una battaglia molto sottile tanto che Adamo ed Eva son riusciti a farsi rovinare la vacanza più bella della vita, loro che stavano al giardino dell’Eden!

Noi abbiamo bisogno di essere ammaestrati dal Signore. Non abbiamo parlato delle tre tentazioni perché sarebbe troppo lungo da spiegare, ma sappiate che non esiste una tentazione che ti voglia istigare al male, la tentazione è sempre un bene, ma un bene non secondo Dio.  Molto spesso assolutizzando quel bene e quel bene diventa un idolo, e su quello bisogna che noi siamo aiutati dalla Parola. Se noi non stiamo attenti a questo, il demonio ci si mangia, entra il peccato e con il peccato la morte e con la morte tutto si rovina, tutto diventa brutto, noioso, quindi coraggio! Anche Gesù è stato tentato potentemente dal demonio e ha voluto farlo per rivelarci questo mistero grande che è nascosto nella nostra vita.