Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi

09-07-2017 XIV domenica del Tempo Ordinario di don Fabio Pieroni

Mt 11,25-30

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».  

Abbiamo ascoltato questo vangelo preceduto dalla profezia di Zaccaria che descrive l’entrata del Messia in Gerusalemme. Il vangelo si divide in due parti: la parte di questa visione che Gesù ha e che lo porta a fare una grande benedizione: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.”, e poi c’è la seconda parte in cui Gesù invita la gente che è affaticata ed oppressa perché sia ristorata: “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero”.

Cosa ci affatica? Cosa ci opprime? Tante cose! Se ascoltassimo la settimana di ciascuno ci renderemmo conto delle tante difficoltà che abbiamo, del fatto che la vita ti porta sempre da un’altra parte rispetto a dove vorresti andare, che vorresti avere un bel rapporto con quella persona, ma più cerchi di ricostruire quella relazione e più le cose si complicano. Perché entri in depressione? Perché hai delle reazioni sproporzionate a certi atteggiamenti, a certe provocazioni? Noi abbiamo delle reazioni che sono legate al fatto che la vita è molto faticosa perché va dove le pare. Noi vorremmo cambiare tante cose ma non si può perché molte situazioni sono ineluttabili, non si possono modificare, e questo ci porta a fare una fatica tremenda. Fai di tutto per modificare le cose ma ti rendi conto che sei impotente. Gli antichi chiamavano questo  “fatum”, i greci “ananche”: sono i giochi già fatti. Sei fatto così… hai quell’età… ti sei sposato con quella persona… Come è possibile cavarsela in questa situazione che a volte ci opprime? Qui non si tratta tanto di fare i vaghi, fare la persona mite e recitare la parte del “buon cristiano”, ma è fondamentale una cosa ben precisa: bisogna conoscere le “cose nascoste fin dalla fondazione del mondo”. Ci sono delle cose nascoste e se non le conosci vivi in maniera disperata, se invece le conosci vivi come un re. Nella prima lettura Zaccaria parla del Messia il quale entra esultante,  vittorioso dentro il suo destino di contestazione che gli era già stato preparato e che non può modificare, ma ne conosce le cose nascoste.  Queste cose nascoste nessuno le può conoscere a meno che uno non abbia il dono della rivelazione. Cosa sono le cose nascoste? Sono quello che c’è tra il Padre e il Figlio: nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Quindi si tratta di conoscere il mistero della figliolanza divina, bisogna conoscere che cosa significhi essere figlio, cioè cosa significhi interpretare la vita di Gesù Cristo dentro la nostra vita così difficile. Cosa possiamo cambiare delle cose? Possiamo cambiare noi stessi dentro le cose! Possiamo cioè vivere, interpretare, la vita che è già segnata da tante caratteristiche nella maniera in cui Gesù Cristo l’ha vissuta. E allora la nostra vita ha un senso.

C’è un riferimento interessante nell’Apocalisse: “le fu dato potere (alla bestia) sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione. L’adorarono tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell’Agnello immolato. Chi ha orecchi, ascolti:  Colui che deve andare in prigionia, andrà in prigionia; colui che deve essere ucciso di spada di spada sia ucciso”(Ap 13,7-10). Cioè non è che siccome tu conosci le cose nascoste, non sarai ucciso di spada! Ma sarai ucciso di spada come un martire. A morire, muori! A faticare, faticherai! Ci sono però due modi di faticare: uno è quello di chi è nella disperazione, di chi non conosce la sua vita ed il mistero dell’amore di Dio, e l’altro è quello di chi soffre e si dà da fare cercando di interpretare il modo con cui Gesù ha vissuto queste cose. C’è una famosa lettera di Ignazio di Antiochia che scrive ai cristiani di Roma dicendo: “Adesso mi è stata data una grande opportunità, quella di morire a Roma come un martire. Finalmente potrò imitare la passione del mio Dio. Lasciate che io diventi finalmente un uomo! Non mi raccomandate ai magistrati romani, non mi impedite di diventare pane masticato dai denti per diventare pane puro di Dio!”. Perché dice questo? Perché conosce le cose nascoste. Conoscere le cose nascoste significa essere figlio. Ora queste cose estreme che scrive Ignazio di Antiochia o che sono scritte nell’Apocalisse noi dobbiamo saperle interpretare dentro le nostre vite, che sono altrettanto difficili. Noi abbiamo altri denti che ci mangiano: il caldo, il menefreghismo, il nervosismo… sono denti tremendi che ci consumano, ci demotivano, e allora abbiamo bisogno ogni volta che celebriamo di ricevere questa visione. E Gesù si rallegra: la vita mi è difficile, ma la benedico perché tu, Padre, mi dai la possibilità di viverla insieme con te! Prendete il mio giogo sopra di voi! Il giogo è un legame. Se viviamo  insieme, se siamo uniti e viviamo questa difficolta nel modo in cui io – dice Gesù – vi do la possibilità di viverla, la vostra vita ha senso, altrimenti è una maledizione. Noi dobbiamo apprendere continuamente questa arte così complessa, ed essere reintrodotti nella vita attraverso l’oblazione del corpo e del sangue di Cristo, che è il suo modo di entrare dentro la vita per fare in modo che anche noi abbiamo questa capacità. Chi sono i piccoli? Sono coloro che si fanno guidare, che non si stancano di farsi guidare. Quando uno comincia  a puntare i piedi, a fare il prepotente e si stanca di farsi guidare, va a finire male.

Questa rivelazione è una novità per ciascuno di noi. A volte tutto si nasconde, tutto diventa oscuro e la vita è difficile. Dio non cambia tante situazioni che noi vorremmo cambiare: quella persona ha una situazione difficile al lavoro, si aspetta che le cose cambino con il nuovo capufficio ed invece le cose peggiorano. Dio non ci cambia la  storia! Questa è una delusione, ma è la verità.