Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo

09-02-2014 V domenica del Tempo Ordinario di don Fabio Pieroni

Mt 5,13-16

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”.

Dice questo vangelo: voi siete il sale della terra e la luce del mondo. Qual è la missione del sale? Il sale, sciogliendosi, rende saporiti i cibi. Ma Gesù dice: voi siete il sale della terra! Gesù mi sta dicendo che io devo diventare sale. Cosa significa?

Il sale è l’amore fino alla Croce, è l’amore di Croce. Ha detto San Paolo: “La mia sapienza, ciò che dà sapore alla mia vita, è Gesù Cristo, e questi crocifisso! Questo mi ha salato! Questo mi ha dato il sapore, la voglia di vivere: essere amato così! Questo è Dio! Questo mi ha trasformato! Questo mi ha mosso fino a voi, cari Corinzi, anche se ho paura di parlare con voi, anche se sono pieno di trepidazione, ma l’amore ricevuto mi consente oggi di  spendermi fino a sparire. Io spero che in futuro vi ricordiate non di me, ma delle cose che vi ho detto!”.

Il sale, proprio perché è l’amore, non è finalizzato a diventare protagonista, ma a sparire. Dove sta, per esempio, quello che fai, quello che pulisci, che stiri, quello che metti a posto, che sembra non servire a niente? Sta in tuo figlio! E lui chissà quando se ne accorgerà… forse mai! Dove è la remunerazione, l’applauso, la considerazione dei colleghi per il tuo lavoro? E’ nel sale! Voi siete il sale  del mondo! Quando la vita non ha sapore, è insipida, non ci piace, è perché non c’è il sale, perché uno non sa sciogliersi, non ha questa consistenza, non ha la qualità del sale.

Dobbiamo essere trasformati in sale. Gesù dice: “Voi siete miei discepoli e poichè mi state seguendo e state ricevendo il mio amore, voi state diventando sale”. Essere sale è la cosa più grande che ci possa capitare. Pensate che ancora oggi gustiamo del sapore di San Francesco! Lui non c’è più, ma continua a portare sapore, voglia di vivere! Quando qualcosa ti sembra buona, bella, è perché c’è il sale. Come si fa a diventare persone che abbiano la qualità del sale? E’ necessario imparare a gustare le  cose di Dio, ad assaporarle, a diventare degli intenditori. I padri antichi dicevano che ogni uomo, ogni cristiano, vive una vita “filocalica”. “Fileo” significa “amico” e “kalos” significa “bello”. Quanto più tu prendi gusto da tutto quello che ti parla di Cristo, e riconosci il sapore di Cristo, e ci rimani dentro, e lo assapori, tanto più questo ti cambia e ti porta ad essere sale. Se tu invece gusti la vendetta, l’amarezza, il rammarico, non sei più sale, sei il veleno del mondo, sei una maledizione.

Non può restare nascosta una città messa sopra un monte, perché deve fare luce! Il sale e la luce si capiscono in funzione degli altri. La passione di Cristo, il suo amore più grande è che negli altri succeda qualcosa! Questo comporta un modo completamente diverso di essere, perché noi stiamo sempre a cercare noi stessi; quando cerchiamo la nostra realizzazione, il significato pieno della nostra vita, non lo facciamo nel parametro del “sale” che si scioglie e muore, ma in quello dell’ “idolo” che deve essere adorato dagli altri, per questo i conti non ci tornano. Oggi noi dobbiamo riprendere i parametri corretti, per poter scoprire che quello che ci sembra ingratitudine da parte degli altri, da parte di tuo marito, da parte dei tuoi figli, in realtà sta dentro il mistero del sale.

Il secondo aspetto importante di questo vangelo è che noi siamo chiamati a cogliere la presenza di Cristo negli altri: quando vedi una persona che ti dà sapore, devi pensare subito a Dio. Gesù dice: “Perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”, e non che “applaudano te”! Anche Gesù molto spesso ha visto in alcune persone opere che gli sono talmente piaciute che ha detto: questa è un’opera del Padre mio! Quando ha visto per esempio la peccatrice che gli lavava i piedi, ha detto: “Questa donna è un genio! Mi piace questo gesto! Lo voglio fare pure io!”, e così poi ha lavato i piedi ai discepoli. Ma la prima persona a fare questo gesto è stata questa donna!  Quando la donna cananea gli ha detto: “E’ vero che io sono come un cane, però vorrei un briciolo della tua misericordia!”, Gesù rimane colpito: “Questa è un’altra opera del Padre mio! La voglio copiare!”. Lui copiava!

Gesù non è dunque sempre originale, ma ha la spiritualità di chi coglie dentro la storia il sapore del Padre suo e vuole trasmettere questo sapore agli altri, interpretandolo secondo la sua personalità. Questo dovrebbe essere la “vita filocalica”, la vita di chi ama il bello; il bello è Dio, il buono è Dio, è Cristo crocifisso, perché questo è il sale, questo è il sapore, l’amore fino alla Croce. Questa è la cosa più bella. L’amore ci da la voglia di vivere. Molte volte perdiamo la voglia di vivere, perché forse abbiamo sbagliato, perché non siamo “in gambissima”… ma quando arriva l’Amore allora risusciti! Questo è il sale! Io spero che ciascuno di noi diventi il sale. Per Gesù la Chiesa è la luce, è qualcosa che riflette Qualcun Altro da cui è stato amato. Gli antichi paragonavano la Chiesa alla Luna: se ti avvicini alla Luna, scopri che è fatta di cenere, non è bella, ma se ti  allontani e la guardi, ti piace.  Così la Chiesa, così ciascuno di noi, visti da vicino non siamo un gran che, ma da lontano vedi la luce del sole e tutto diventa bellissimo;  perché noi siamo certamente mediocri, ma quando riflettiamo l’amore di Dio, siamo un capolavoro.