Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?

21-09-2014 XXV domenica del tempo Ordinario di don Fabio Pieroni

Mt 20,1-16

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Il profeta Isaia al cap. 55 che ci fa una esortazione: cercate il Signore mentre si fa trovare, invocatelo mentre è vicino.

Il Signore si fa trovare! Ha fatto di tutto per incontrarci! Ma non basta cercare Dio, occorre anche invocarlo, chiamarlo. C’è una brezza soave attraverso cui Dio si fa presente, e questa brezza soave è tua, la devi difendere, la devi interiorizzare, la devi invocare.

Dice il Salmo 1: l’empio abbandoni la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri. Ci sono pensieri iniqui, ingiusti, che ci portano a girare a vuoto, che ci stanno facendo allontanare da Dio e che dobbiamo abbandonare, altrimenti ci succhiano vita. “Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia  nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti”.

Occorre abbandonare i pensieri iniqui: “I miei pensieri non sono i vostri pensieri”, dice Dio, ed allora io voglio che i pensieri di Dio diventino i miei pensieri! Le mie vie, il mio modo di camminare non è il modo di Dio, e allora io voglio entrare in questo nuovo modo di ragionare, di agire, di comportarmi, che è il modo di agire di Dio, quello che ci viene insegnato dal vangelo che abbiamo ascoltato.

Leggendo questo vangelo ci si potrebbe chiedere: cosa ci guadagna questo padrone ad agire in questo modo? Pagare 100 euro a chi ha lavorato tutta la giornata e 100 euro a chi ha lavorato mezz’ora! E’ assurdo! San Paolo dice che “morire è un guadagno”! Anche questo è  un modo di ragionare assurdo! Cosa può voler dire che “morire è un guadagno”, che dare a fondo perduto è un guadagno?

Il punto fondamentale di questo vangelo è che Dio è buono, e dà tutto, ogni volta. Questo modo di ragionare assurdo dovrebbe destrutturare il nostro uomo vecchio, che è tutto basato sulla simmetria: mi conviene, non mi conviene, ci vado, non ci vado, mi sta aiutando, non mi sta aiutando, mi serve, non mi serve… Qual è il tuo guadagno? Che significa per te guadagnare? Perché stai qui, per ricevere la soluzione al tuo problema? Questo è agire in modo iniquo, non è il modo di comportarsi di Dio! Il modo sano, giusto di pensare, di agire, è arrivare ad avere il cuore di questo padrone della vigna che sa amare, sa dare tutto, che si spende totalmente! Questo è il suo guadagno: guadagnare significa farti felice.

Questo padrone è una persona libera, una persona che va oltre la giustizia, perché amare non significa essere giusti. L’atteggiamento del padrone della vigna è quello di una persona libera, che agisce con gioia, in letizia, che  non fa calcoli, che vuole farti contento, che vuole il tuo bene, che non ti dà quello che ti meriti. Dare tutto a tutti! Questo dobbiamo scoprire. Si vedrà quando noi saremo veramente in Dio dal fatto che il nostro guadagno sarà morire per gli altri. Questa è la cosa più grande che possiamo fare.