Lascialo ancora quest’anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime

28-02-2016 III domenica di Quaresima di don Fabio Pieroni

Lc 13,1-9

In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici.  Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte?  No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.  O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme?  No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò.  Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno?  Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai».

La prima lettura che abbiamo ascoltato è tratta dal libro dell’Esodo e ci racconta di Mosè che si trova sull’Oreb, nel deserto del Sinai, un deserto roccioso, in un momento di grande fallimento:  infatti quando era nel pieno delle sue forze aveva preso l’iniziativa di liberare il suo popolo, ma si era poi trovato costretto a scappare. Qui gli appare un fenomeno particolare, un roveto che brucia ma non si consuma, un fuoco che non si spegne. Qui avviene l’incontro con Dio.

La seconda lettura che ci parla di una sintesi che fa san Paolo del percorso vissuto da Israele all’interno del deserto dicendo che ci sono stati momenti in cui questo deserto li ha talmente scoraggiati che hanno cominciato a mormorare e a convincersi che quel percorso fosse inutile, assurdo e che quindi avessero sbagliato tutto. Infatti molti muoiono.

Poi abbiamo ascoltato il vangelo che ci parla di alcune domande che vengono fatte a Gesù relativamente ad un fatto di cronaca importante:  “Che cosa significa secondo te questa mostruosità che è accaduta quando Pilato ha voluto umiliare gli ebrei sgozzandoli insieme agli animali che stavano sacrificando presso il tempio? E’ una cosa terrificante! Bruttissima! Che significa questa cosa così assurda?”.  E Gesù risponde: “Voi pensate che quelle persone siano state uccise perché avevano commesso dei peccati? Non è così! Ma se non vi convertite perirete tutti allo stesso modo! Anzi, vi dico di più, avete sentito che recentemente è caduta la torre di Siloe, uccidendo 18 persone? Pensate che quella gente fosse stata punita perché peccatrice? No, vi dico, ma se non vi convertirete perirete tutti allo stesso modo”.

Dopo di che Gesù cambia discorso,  comincia a parlare di una pianta di fico: “C’era un tale che aveva piantato un fico nella sua vigna, ma questo albero non dà frutti per tre anni, allora il padrone dice al vignaiolo: taglialo! Ma il vignaiolo si oppone: No! Questo fico non è inutile! Vuoi vedere che porterà frutto tra un anno? Lascialo a me e vedrai che porterà frutto! Mi ci gioco qualcosa di importante”.

Che c’entra tutto questo con noi? Partiamo dal vangelo. Il vangelo ci dice che c’è una “torre che cade”, ci sono tanti fatti incomprensibili, la guerra in Siria per esempio, quel tumore, il fatto che non hai un lavoro… fatti di cui non capiamo nulla, che provocano disordine, smarrimento. Gesù sta parlando della nostra vita e ci sta dicendo che è difficilissima, che è estremamente complicata, e che di fronte a questa realtà noi potremmo arrivare alla conclusione che vivere sia inutile, che la vita sia una presa in giro, un totale fallimento. Anche Mosè nel deserto era depresso e si diceva: a cosa è servito tutto l’entusiasmo che ho avuto? La mia vita non ha senso. La stessa obiezione è stata fatta dal popolo di Israele quando nel deserto, di fronte alle complicazioni, ha cominciato a mormorare, cioè a convincersi che a causa dei problemi e delle difficoltà sia inutile vivere. Se una persona perde il senso dell’utilità, della missione e si lascia cadere le braccia, si deprime, implode in se stessa, vede i propri difetti e quelli degli altri e va in crisi! Di questo sta parlando Gesù.

E di fronte a questo cosa dice? Convertiti! Convertiti significa una cosa meravigliosa, bellissima: “Mentre tutto ti è contrario, mentre tutto ti è ostile, ricordati che io sono dalla tua parte, io sto insieme con te, io sono questo vignaiolo che fa una scommessa contro le tue convinzioni!”. Cristo ti dice: “Tu sei convinto che la tua vita non abbia più senso, ma credimi, tu porterai frutto! Vedrai! Ci riusciremo, io sarò con te, io ti aiuterò più di quanto tu possa immaginare. Faccio questa scommessa davanti a me stesso”.

Cristo è dalla tua parte, è dalla mia parte! Combatterà perché io porti frutto, perché io capisca che non è assurdo entrare nell’assurdo, che non è inutile entrare in una vita inutile, perché “Io sarò con te!”. Cristo tante volte ha dovuto credere più al Padre che all’evidenza della storia che gli diceva che tutto era un fallimento, una rovina. E invece di mormorare, di convincersi che era tutto un’inutilità, come aveva fatto Israele nel deserto, ha continuato a credere, anche di fronte all’evidenza che le cose non fossero giuste. Ha continuato a fissare lo sguardo sulle cose invisibili, mentre le cose visibili gli dicevano che stava sbagliando. Quindi convertirsi significa credere che Cristo è dalla mia parte. Cristo non è uno che dice: vediamo cosa sai fare! Non mormorare! Non ti lamentare! Devi resistere! Fallo per me altrimenti piango…! Questo non è Cristo! Cristo ti dice: “Io sto dalla tua parte, perché la tua vita è difficilissima! Noi ci passeremo lì dentro”. Cristo non ci ha mai spiegato perché la vita è così difficile. L’unica cosa che ha detto è stata: “Viviamola insieme io e te! Io nella mia realtà ci sono entrato, con tutte le problematiche. Non ho avuto nessun tipo di vantaggio per il fatto di essere figlio di Dio, perché io dovevo inaugurare un modo di esistere dentro una vita impossibile”. In Cristo si può dare senso al non-senso, si può avere forza dentro cose che la forza te la tolgono, perché la nostra fragilità, la nostra mediocrità spesso ci condanna a morte. Invece questo vignaiolo dice “Non è vero! Ti do un anno, stiamo insieme”.

Guarda il roveto ardente, dentro questo roveto c’è una sorpresa, dentro questa esperienza di solitudine c’è qualcuno che emerge, è Cristo che è dalla mia parte. E’ molto importante sapere questo. Dentro questa unione con Cristo si produce un pezzetto di luce, costruiamo insieme qualcosa che vale la pena. Cristo non si tira mai indietro, anche quando noi dovessimo entrare nella mormorazione!

Questa Parola di oggi è di grande incoraggiamento e nella misura in cui noi ci convertiamo, cioè crediamo che Cristo ci è favorevole in noi esplode una forza che ci consente di vivere ancora questa settimana. Poi la settimana dopo ricominciamo. Veniamo qui e prendiamo un’altra parola! Non è che “ho capito tutto, per sempre”. Abbiamo bisogno di una Parola ogni domenica.