Prendi parte alla gioia del tuo padrone!

16-11-2014 XXXIII domenica del Tempo Ordinario di don Fabio Pieroni

Mt 25,14-30

Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.

Un talento corrisponde a 33 chili d’oro. Considerando che un grammo d’oro costa circa 32 euro, un talento equivale a un milione di euro. Tantissimo!

In questo vangelo ci sono alcune persone che ricevuti questi talenti si danno da fare subito, mentre una persona, quello che riceve un solo talento, si blocca, perché non si fida di questo padrone, perché è convinta che la vita sia una “fregatura”, una cosa inutile.

Molte volte noi ragioniamo allo stesso modo: “Mi sono stati dati dei fratelli, un gruppo, ma io non ci parlo più, non ci investo più, non mi metto più in gioco. Mi è stata data la possibilità di avere un compito nella parrocchia, però gli altri neanche si ricordano come mi chiamo… e allora che mi importa! So che sarebbe bello portare avanti questa relazione di amicizia, ma troppa fatica, non vale la pena, chi me lo fa fare…”. Sei sposata e hai tre figli, ma sei convinta che essere come questa donna della prima lettura (Pr 31) che si alza quando è ancora notte e fa da mangiare e si dà da fare piena di gioia, sia una cosa impossibile!

Questa parola oggi è per chi è arrivato qui “con le ruote sgonfie”; speriamo che oggi questo fannullone che ti fa vivere così venga cacciato via, venga messo a morte. In noi si forma piano piano questo personaggio amaro, scanzonato, disincantato della vita, cinico, che vive trascinandosi. Oggi questa celebrazione vuole attaccare questo atteggiamento di amarezza, di una convinzione che non c’è più, di un’allegria che non c’è più, di un’esperienza che è iniziata molto bene e poi diventa sempre più noiosa, sbiadita, grigia, facendo sì che piano piano uno si spenga.

Come si fa ad essere come questi due servi che prendono i talenti e subito li investono, si danno da fare, hanno una creatività? C’è questo padrone che ti dice: “Bene, servo buono e fedele! Sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto. Prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Sai quando te lo dice? Adesso! Questa mattina! Ti sta dicendo: Bravo! Brava! Io sono contento che ci sei! Bravo servo buono, brava serva  fedele! Sei stata fedele nel poco, ti do autorità su molto. Prendi parte alla gioia di questa mattina! Questa mattina c’è una gioia per te, prenditela! Devi prendere questa gioia! Subito! Quando viene il Signore? Adesso, in questo momento! In questa mattinata! Acchiappati questa lode! Sentiti voluto bene, sentiti dalla parte giusta.

Questo per noi è difficilissimo. Non ci crediamo, non lo assaggiamo, non lasciamo che questa roba ci entri dentro. Facciamo esattamente il contrario: lasciamo che ci entrino dentro le cose più sporche, più brutte, più tristi, e le meditiamo, le trituriamo tanto che piano piano ci ammalano, ci spengono.

C’è sempre durante la giornata qualcuno che potrebbe darci un micro di gioia: prendi parte alla gioia del tuo padrone! Guarda che anche nella tua vita c’è qualcosa di bello! Prendilo! E’ fondamentale questa arte di poter vivere gustando queste piccole perle che ogni giorno il Signore ci dà: una intuizione, una persona, un risultato, una cosa piccola, che sembra piccola, ma che invece è molto grande. Io per esempio se ho la voglia di fare quello che faccio, lo devo a molte persone che per me sono una gioia, sono una soddisfazione, sono delle piccole stelle che emanano una luce che mi rallegra. Questa porzione, questa razione di bellezza, di amore, la devo prendere, la devo contemplare. E’ importante! E’ orribile vedere persone che sono sempre arrabbiate, e se io interiorizzo la loro stupidità, la loro violenza, la loro ottusità, sto male! Mi fa male!

Noi dobbiamo imparare a saper mangiare durante la giornata, dobbiamo saper selezionare le cose belle: prendi parte alla gioia del tuo padrone, servo buono e fedele! Dobbiamo ascoltare, sintonizzarci su questo atteggiamento di Cristo che è contento! Adesso! Cristo non ti dirà queste cose quando morirai… te le dice adesso! Goditi questa parola che ti sto dicendo, perché questa gioia se tu la metabolizzi ti permette di ripartire come questa donna del libro dei Proverbi che è piena di vitalità, di iniziativa, che non la ferma nessuno e non si spegne nonostante tanti problemi. Abbiamo un mare di motivi per essere arrabbiati, ce ne sono pochi per essere felici, ma quei piccoli punti dobbiamo difenderli come delle belve, altrimenti moriamo. Ad esempio, la domenica c’è la celebrazione: prenditi questa parola di consolazione!

Io spero che questa parola ci entri dentro e cacci questo atteggiamento fannullone, infastidito, svogliato, distruttivo. Cristo deve buttare fuori questa malvagità che ti opprime e ti rattrista, e ti fa rimettere in discussione tutte le cose che ci sono state dette.

Il Signore ti ha detto questa mattina: bene, servo buono e fedele, ti do forza, ti do capacità, ti do autorità, prendi parte alla gioia del tuo padrone e, come dice il salmo, “della fatica delle tue mani ti nutrirai, sarai felice e avrai ogni bene. La tua sposa come vite feconda nell’intimità della tua casa; i tuoi figli come virgulti d’ulivo intorno alla tua mensa. Così sia benedetto l’uomo che teme il Signore. Pace su Israele.”