Beato chi cammina nella legge del Signore

16-02-2014 VI domenica del Tempo Ordinario di don Fabio Pieroni

Mt 5,17-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla legge neppure un iota o un segno, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: ‘‘Non uccidere’’; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario, mentre sei per via con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo! Avete inteso che fu detto: ‘‘Non commettere adulterio’’; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore. Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna. Fu pure detto: ‘‘Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto di ripudio’’; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all’adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: ‘‘Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti’’; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno”.

Per spiegare questo vangelo ci vorrebbe una vita. Noi ne vediamo un piccolo aspetto. Qui Gesù dice: “Io non sono venuto ad abolire la legge, ma a dare compimento. Infatti chiunque insegnerà a trasgredire uno solo di questi comandamenti sarà considerato minimo nel Regno dei Cieli, ma chi li insegnerà sarà considerato grande nel Regno dei Cieli”.

E continua dicendo: “Avete inteso che fu detto agli antichi: non uccidere”. Uccidere è togliere la vita. Quindi il contrario, “non uccidere”, è dare la vita; “non uccidere” significa amare. Gesù porta a compimento questo comandamento dicendoci che uccidere non è solamente togliere fisicamente la vita, significa molto di più. Se noi ragionassimo in modo letterale, diremmo: qui c’è scritto non uccidere, quindi io non ho fatto niente di male, perché non ho ammazzato nessuno, non ho fatto sgorgare il sangue di nessuno. Questa è una interpretazione letterale, ma Gesù in questo vangelo ci vuole spiegare il vero significato: se non uccidere significa amare, significa “dare la vita” a qualcuno, occorre capire cosa significhi “dare la vita”.

“Dare la vita” è una cosa stupenda, non è un precetto, una regoletta, ma piuttosto una strada:  “Beato chi cammina nella legge del Signore” dice il salmo.  “E’ una strada – dice Gesù – che ti porterà ad avere tanta soddisfazione, quanta tu neanche puoi immaginare, a patto che tu abbia nel cuore quello che non è mai entrato nel cuore di nessun uomo, che l’occhio umano non ha mai visto, che orecchio non ha mai ascoltato; questa è la mia presenza dentro di te, il mio Spirito dentro di te”. Per dare compimento, cioè per vivere, per dare pienezza, qualità alla tua vita, hai allora bisogno che ti arrivi lo Spirito di Cristo! Soltanto allora “non uccidere” significherà molto di più, soltanto attraverso lo Spirito di Cristo, comincerai a vedere tutta una serie di dettagli, di finezze: chiunque dice ad una persona stupido, chi gli dice pazzo.. Cose che nessuno riuscirebbe a vedere senza avere nel cuore lo Spirito di Gesù.

Noi vediamo la legge come qualcosa che ci pesa, ci spegne, ci appesantisce. Gesù attraverso il dono del suo Spirito, dà pieno compimento alle parole di Mosè. Questo è vivere! Pensa il bene che puoi fare, pensa quanti dettagli puoi cogliere, quante cose grandi puoi realizzare! Solo lo Spirito di Cristo ti farà capire che “non uccidere” significa amare!  E amare significa essere felice, amare è il meglio che si può fare, non è fare la buona azione a sconto dei peccati, non è sacrificarci. Amare non è una pesantezza!  Amare significa “dare la vita”, ma a noi questo non piace! A noi piace il  “mors tua, vita mea”,  la tua morte è la mia vita, se io ti schiaccio, se io ho l’ultima parola, se io ti faccio vedere che sono più bravo di te, se io vinco, ti ho ammazzato, e allora sono contento! Traggo soddisfazione dal sangue che l’altro perde. Gli spettacoli televisivi, lo sport, i videogiochi sono così. Tutto intorno a noi ci dice che valgo se vinco qualcuno.

Questo è il principio che ha ucciso il Signore della gloria!

Gesù invece dice: “Attraverso il mio Spirito ti renderai conto che “vita tua, vita mea”! La tua vita è la mia vita!”. Se tu vivi, io sono soddisfatto! E’ la tua soddisfazione che dovrebbe darmi la gioia di vivere, perché ti ho fatto felice;  se rendere felice l’altro significa stargli accanto, aspettarlo, farmi carico dei suoi problemi, allora questo mi dà piacere. Cristo è venuto a dare compimento all’amore, alla vita. Gesù vorrebbe che attraverso questa celebrazione, e ogni celebrazione, ci entrasse un po’ del suo Spirito, permettendoci di trovare gusto nel dare la vita, nell’amare l’altro, perché se io non amo, uccido! Forse pensi: “Che faccio di male? Non faccio niente!”. Bene, siccome non fai  niente, uccidi! Siccome ti disinteressi, uccidi!

Bisogna ricevere lo Spirito di  Cristo per camminare nella legge, nel comandamento del “non uccidere”, e trovare finalmente la nostra realizzazione, il nostro piacere. Cristo muore per darci la vita: “mors mea, vita tua”, la mia morte è la tua vita! Questo vale la pena!