Vi invito ad accogliere la grazia di Dio

01-03-2017 Mercoledì delle Ceneri di don Fabio Pieroni

Mt 6,1-6.16-18

Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli.  Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.  Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra,  perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.  Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto,  perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

La quaresima è un tempo liturgico che accompagna la nostra vita. E’ un tempo favorevole che può aiutarci a vivere meglio e che la Chiesa chiama “tempo forte chiuso” in quanto ha una finalità: questo tempo parte dal mercoledì delle ceneri e culmina nella Pentecoste, non nella Veglia pasquale. La Veglia pasquale celebra la Risurrezione di Cristo, mentre la Pentecoste celebra il frutto della  passione, morte e risurrezione di Cristo che è la Chiesa, cioè la risurrezione dei cristiani. Questo principio già in questo mondo fa presente quello che saremo, per cui noi viviamo un “già e non ancora”.

Questo è un tempo nel quale dobbiamo essere condotti. Con il segno delle ceneri noi dovremmo prendere consapevolezza di un fatto fondamentale della nostra esistenza, del nostro essere persone perché nel libro della Genesi si dice che Dio plasmò l’uomo dalla polvere del suolo e dopo soffiò nelle sue narici il suo spirito. E allora ecco l’uomo! L’uomo è composto dalla polvere, afar in ebraico, che significa anche cenere, terriccio in cui sono i segni della combustione che però con il soffio prende vita. Lo Spirito Santo ci arriva per esempio attraverso la predicazione, ed infatti soffio indica anche l’alito, la saliva. Questo è fondamentale per dire che noi siamo un composto di terra e spirito, di cenere e saliva. Se c’è questo impasto la nostra vita viene attraversata da una elettricità che le consente di funzionare finalmente come è stata pensata da Dio. Ma questa umidità piano piano si secca e noi possiamo correre il rischio di regredire, di tornare ad essere dei pupazzi, di sbriciolarci, di diventare fragilissimi, di diventare persone che sporcano gli altri.

Proprio per questo la Chiesa ci fa fare questo lavoro di ripristinare questa unità per essere veramente uomini. L’uomo è Cristo sulla croce, è Cristo risorto. Non è cioè una persona che solamente sopravvive, ma una persona che trasmette la vita. Questo è l’uomo per il vangelo: il Figlio di Dio! L’uomo è Gesù Cristo! Se una persona assomiglia a Cristo è un uomo, altrimenti no. Questo è il parametro che la rivelazione ci ha messo di fronte, tanto che quando noi in una persona  vediamo delle caratteristiche che la assomigliano a Cristo, troviamo la pace. Quando in una persona circola questa vitalità, allora quella persona può compiere degli atti creativi, atti cioè che a loro volta creano la vita, producono qualcosa di nuovo.

La quaresima dovrebbe scuoterci. Ho letto su un libro che le anatre domestiche stanno nel loro habitat dove ci sono le gabbie, il mangime, le paludi, e si beccano una con l’altra. Vivono così… C’è però un momento dell’anno in cui sopra le loro teste passano le anatre selvatiche che migrano. Mentre si sente il rumore di queste anatre selvatiche, le domestiche cominciano ad agitarsi, come se dicessero: ma la mia vita è tutta qua? Chissà che faranno quelle anatre, dove andranno… Si agitano senza sapere perché, ma capiscono che non  sono fatte per questa vita addomesticata, routinaria, stile criceto nella gabbia.

Anche noi, attraverso la quaresima, dovremmo essere svegliati dal fatto che il  mondo ci porta a diventare dei pupazzi. Noi vorremmo vivere pienamente la nostra vita, e allora proviamo a spiegare cosa sia vivere pienamente da cristiani.

Intanto abbiamo pregato perché la nostra vita venga abitata da questa Parola, da questa Sapienza, da questo Spirito, perché le dia consistenza, freschezza. Io mi ricordo che quando da bambino lavoravo con il DAS, se aprivo la busta e poi non lo utilizzavo e non lo conservavo bene, si seccava, si sbriciolava, diventava una creta inutile. A volte noi siamo così. Ci secchiamo e allora abbiamo pregato così: rinnova in me il tuo spirito saldo, non privarmi del tuo santo spirito, rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso. E poi San Paolo diceva: vi invito ad accogliere la grazia di Dio, perché senza la grazia di Dio non possiamo essere uomini.

La nostra esistenza in maniera molto complessa e potremmo sprecare la nostra vita. Attraverso questa celebrazione  vorrei sottolinearvi 2 grandi tentazioni. La 1° è qualcosa che ho imparato recentemente: a me piace sciare e visto che ha fatto tanta neve ho cominciato a guardare il meteo per organizzarmi… Nebbia… non possiamo andare… ghiaccio… non andiamo… nuvoloso con possibilità di forti nevicate e poca visibilità… sole! .. telefono all’amico mio … non può venire… è finito! Arriva la primavera e non ho sciato.

Questo è importante perché se noi regrediamo ad essere pupazzi di terra, ci aspettiamo che potremo vivere la nostra vita in pienezza solo se e quando le cose cambieranno. Ma le cose non cambieranno mai! L’unica vita che possiamo avere è quella che abbiamo adesso, e in Cristo possiamo vivere pienamente dentro questa nostra vita difficilissima, complicatissima. Questo è un frutto della quaresima, poter digiunare delle nostre aspettative che sono estremamente piccole, eppure queste piccole, giustissime aspettative ci impediscono di vivere, facendoci stare sempre male e facendo sì che non ci stia mai bene niente. E’ vero, è giusto che dici che ti manca qualcosa, ma noi dobbiamo imparare a vivere la vita così com’è adesso, perché non ce ne sarà un’altra. La tua vita non cambierà! Però è possibile vivere in Cristo, pienamente, quella vita a cui manca sempre qualcosa, dove c’è sempre qualcosa di storto, di difficile, di deludente, di doloroso. Questa è una cosa grandiosa, poter digiunare delle nostre aspettative e vivere dentro la nostra realtà fino in fondo. Questo è un frutto della quaresima.

Perché Dio porta Israele nel deserto? Perché la nostra vita è un deserto! Manca sempre qualcosa, non è mai in una condizione ideale. L’aspetto ideale non c’è e non ci sarà. Noi rischiamo di non vivere mai pienamente la nostra vita, e questa è una tragedia, una grande illusione. Gesù aveva una vita difficilissima. Ogni cristiano ha vissuto la sua vita nella ferialità, accettando i propri limiti. Su questo dobbiamo lavorare durante la quaresima.

Poi voglio sottolineare un altro aspetto. In un libro che ho letto c’è una frase interessante che dice così:

Noi vogliamo essere liberati. Chi dà un colpo di zappa vuole conoscere il perché del suo colpo di zappa. Il colpo di zappa di un condannato ai lavori forzati non è lo stesso dell’archeologo, che nobilita chi lo dà. I lavori forzati non sono là dove si danno colpi di zappa, non esistono nefandezze materiali. I lavori forzati sono là dove si danno colpi di zappa che non hanno senso, che non collegano colui che li dà alla comunità degli uomini. E noi vogliamo evadere dai lavori forzati.”

Questo è un esempio interessantissimo perché la quaresima dovrebbe insegnarci a dare un senso alle cose che non hanno senso. Se perdi il senso di essere madre, amica, marito, lavoratore… e cominci a vivere senza senso, la tua vita diventa una schiavitù. Occorre un significato soprannaturale. Gesù Cristo può dare un senso alle cose più inutili, Gesù Cristo può dare una sapienza che illumina la stoltezza, che porta benedizione nella maledizione. Questo è un 2° punto della quaresima: portare il senso in quell’insuccesso, in quella solitudine, in quel lavoro senza significato.

Dobbiamo quindi entrare pienamente in quello che noi viviamo perché la nostra vita non si può svolgere fuori della storia così com’è! Dobbiamo fare il nostro gioco! Devi cambiare tu!Convertiti e credi al vangelo”, diremo tra poco. Tu non puoi cambiare gli altri, puoi cambiare tu, puoi convertirti tu. Convertirti significherà entrare nel vangelo; convertiti e credi al vangelo non sono due cose diverse, è la stessa cosa: modificarti attraverso il vangelo. Solo così la tua vita non sarà qualcosa che quando impatta nella fatica del giorno per giorno ti manda in mille pezzi, perché avrai lo Spirito Santo. Ma per avere lo Spirito Santo dobbiamo andare al Vangelo.

Il vangelo dice: quando fai l’elemosina non suonare la tromba davanti a te come fanno gli ipocriti. In verità ti dico, hanno già ricevuto la loro ricompensa.

Per ricevere questo Spirito bisogna uscire dall’Egitto. Per uscire dall’Egitto bisogna vincere il faraone e il lievito. Cosa vuol dire? Per ricevere lo Spirito dentro la nostra polvere, dentro la nostra cenere abbiamo bisogno innanzitutto di vincere una cosa che si chiama orgoglio. Questa gente del vangelo che suona la tromba davanti a sé, lo fa perché vuole essere lodata dagli uomini, vuole avere una ricompensa, vuole avere un riconoscimento, e se io glielo nego, se gli frustro questa aspettativa, diventa una bestia e manda tutto a quel paese!

Tu prova a ricordare quando ti sei arrabbiato, quando sei entrato in un momento di frustrazione. L’orgoglio è così grave in te e in me che basta che qualcuno non ci ripaghi, non ci guardi, non ci applauda, non ci consideri, ed abbiamo delle reazioni esagerate, spropositate, perché vieni toccato nel tuo amor proprio.

Il secondo punto è il lievito dei farisei. Diceva il vangelo “come fanno gli ipocriti”. Chi sono gli ipocriti? Ci sono qui persone che stanno ascoltando e pensano: sta parlando di me! Chi non sta così è un ipocrita, cioè uno che non conosce se stesso. Tutti dobbiamo avere paura dell’ipocrisia! Quando Gesù nell’ultima cena  dice: uno di voi mi tradirà, tutti gli chiedono: sono forse io?

Dobbiamo digiunare di una visione del mondo a carta millimetrata dove tutto deve combaciare. Dobbiamo dare senso ad una realtà che non ha senso! E’ inutile protestare, è inutile disperarsi. Bisogna che ti converta TU! Non c’è altra via di uscita. Il demonio ti continuerà a dire che sei su un binario morto, che la tua vita è una truffa, e se credi a questo, sei morto. La quaresima invece ci dice: rialziamoci! Tu non sei fatto  per vivere dentro un pollaio, dobbiamo partire verso un modo di vivere più bello, più avventuroso, più eroico. Hai però bisogno di maestri, hai bisogno di umiltà. Stai attento al faraone dentro di te che non vuole fare Pasqua, non vuole che tu cambi, ma vuole che tu continuamente affermi te stesso, vuole che costantemente qualcuno ti dica: sei bravo, sei in gamba, sei il migliore!

Carissimi, su questi spunti dobbiamo lavorarci, alimentando questa creta con la sapienza. E quando state in difficoltà dovete chiedere aiuto, perché tutto questo non si fa da soli. Stiamo insieme! Se tu ti blocchi e punti i piedi crei problemi a te stesso e agli altri.

Adesso faremo questo segno della cenere: convertiti e credi al vangelo. Questa cenere è la base perché tu possa diventare veramente uomo. Cristo si è incarnato, ha preso la carne ed ha condannato il peccato della carne. La carne è abitata da questo cancro che la disfa e Cristo ci è entrato dentro per distruggere il peccato che la abita come una carie, e l’ha vinto dando a noi questa vittoria attraverso il vangelo, di modo che questa carne possa diventare strumento di santità. Questa è la salvezza.