Giubileo, catechesi all’ingresso della basilica di S.Giovanni in Laterano

01-02-2025 di Redazione

Don Fabio

Vi do il benvenuto. Saluto tutti ed in particolare il presidente del nostro municipio Mauro Caliste e la presidente della commissione per il Giubileo Olga Di Cagno che ci hanno aiutato molto per organizzare questa giornata. 

Vorrei aiutarvi a vivere questo momento non come un rito vuoto, ma come un segno che ricorderemo sempre nella nostra vita.

Iniziamo leggendo un brano dagli Atti degli apostoli:

Un giorno Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera verso le tre del pomeriggio. Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita e lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta «Bella» a chiedere l’elemosina a coloro che entravano nel tempio. Questi, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, domandò loro l’elemosina. Allora Pietro fissò lo sguardo su di lui insieme a Giovanni e disse: «Guarda verso di noi». Ed egli si volse verso di loro, aspettandosi di ricevere qualche cosa. Ma Pietro gli disse: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!». E, presolo per la mano destra, lo sollevò. Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e balzato in piedi camminava; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio. Tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio e riconoscevano che era quello che sedeva a chiedere l’elemosina alla porta Bella del tempio ed erano meravigliati e stupiti per quello che gli era accaduto. (Atti 3,1-10)

Questo brano ci racconta di Pietro e Giovanni che stavano alla porta del tempio. Il tempio aveva varie porte e questa dove si trovano è la Porta Bella. Lì avevano portato uno storpio, un uomo che non poteva camminare. Era bloccato e chiedeva l’elemosina.  

Questa cosa è sbagliata, vediamo perché. 

C’è una persona che è storpia e che, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, domanda loro l’elemosina: “Allora Pietro fissò lo sguardo su di lui insieme a Giovanni e disse: «Guarda verso di noi»” e poi Pietro dice: “Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do”, ti posso dare Gesù Cristo e vedrai che camminerai. E poi quello entra nella porta del tempio camminando, saltando e lodando Dio.

Allora, innanzitutto, chi è una persona storpia? È una persona bloccata, che sta in difficoltà, che forse, come quest’uomo, ha una marea di obiezioni sulla sua vita, ha difficoltà nel lavoro, con sé stesso, nella famiglia… E dentro queste difficoltà non regge, si blocca, si chiude, si arrabbia, si dispera. Ma dentro questa realtà quest’uomo chiede l’elemosina! Chiede una cosetta a Pietro e Giovanni!

E chiedo anche voi che oggi siete qua: che cosa venite a chiedere? L’elemosina?

È come se uno sapesse che a casa sua viene Cannavacciuolo e gli chiede di preparargli un uovo al tegamino!  

Qui non si tratta di chiedere l’elemosina! Qui si tratta di chiedere la vita sana, la guarigione!

Che cos’è la vita sana? È una vita, una vitalità che regge di fronte alla morte, di fronte alle difficoltà, che ha la capacità di farsi carico dei problemi, delle sofferenze.  

La vita nuova è una vita che vince la morte. Questa vita è a nostra disposizione, è per noi!  

Questo storpio chiede a Pietro e Giovanni l’elemosina e loro gli dicono: ci stai chiedendo troppo poco! Ma non sai che noi ti possiamo dare la vita sana, cioè la vita eterna, la vita divina? 

Questa è la buona notizia: tu oggi puoi chiedere questa vita, attraversando questa Porta Santa. Attraversare la Porta significa attraversare un muro che oggi è stato aperto perché Gesù Cristo ha vinto la morte, è andato al di là della morte e ci vuole condurre in questa realtà.

E allora cosa chiediamo? 

Ti prego Signore, dammi la vita eterna! Dammi di partecipare alla vita eterna che è un amore profondo in me che mi consente di vivere al di là delle mie possibilità, di quello che una persona normalmente può dare, perché la vita mi chiede di più e io questa vita non ce l’ho.

Oggi attraverseremo questo limite a cui è condannato l’uomo creaturale, perché l’uomo naturale possa diventare un uomo soprannaturale, un cristiano.  Al di là di quella porta noi troveremo la Chiesa, dei fratelli che si affacceranno da dodici porte: sono i dodici apostoli.  Ci sono tanti fratelli che ci danno la possibilità di ricevere questa grande grazia, fratelli che hanno lavorato per noi, che hanno pregato per noi, che pregano per noi, che danno la vita perché noi possiamo avere questa vita nuova, la vita eterna. 

Spero che questa vita sana vi consenta di vivere una vita diversa. Se oggi tu ricevi la vita nuova, puoi prendere anche il peso delle umiliazioni, delle difficoltà ed andare al di là dell’ordinario, puoi fare cose straordinarie.

Adesso noi passeremo questa porta. Un giorno questa porta sarà la porta che si apre davanti alla morte fisica; tutti noi moriremo. Sappiamo che quest’oggi a San Giovanni in Laterano c’è una porta che si apre. Arriverà il giorno in cui vedremo una sorpresa grandiosa, bellissima, perché Gesù Cristo con il suo sangue ha abbattuto il muro di separazione ed è risorto dalla morte.

Allora andiamoci a prendere questa intuizione, ma anche questa esperienza, questa primizia che la Chiesa alimenta in noi, fa crescere in noi questa testimonianza, questo sentirci amati, questo sentirci dentro una vita piena di fraternità, di comunione. È quello che stiamo cercando di fare con la nostra parrocchia.

Non facciamo come lo storpio che chiede una cosetta. Passeremo credendo che è vero quello che dice Don Fabio, che ci dicono Pietro e Giovanni, perché anche io possa entrare in questa pienezza e camminare, saltare, lodare Dio e non stare sempre lì con la mano aperta, chiedendo aiuto, chiedendo un po’ di commiserazione, chiedendo l’elemosina che non ci basta mai. C’è qualcosa di più grande che la Chiesa può dare e che vi sta già dando, altrimenti non sareste qua. Non sareste qui se non aveste già assaggiato il sapore di questa vita nuova.

Buon passaggio della Porta Santa! Buon Giubileo!