Educare i figli nell’era digitale

03-11-2017 di Redazione

Il 1 dicembre 2017 e il 9 febbraio 2018, due appuntamenti da non perdere per ricevere un aiuto a decodificare i comportamenti dei nostri figli, nati e cresciuti nell’era digitale.


Quello che non vedo di mio figlio

Accrescere le competenze genitoriali per intervenire senza tirare ad indovinare

Venerdì 1 dicembre 2017 ore 20.45
– Teatro parrocchiale –

Abitudini, certezze, rigidità, ideologie, fissazioni sono muri che impediscono allo sguardo di raggiungere i nostri figli e di vedere quello che spesso abbiamo sotto il naso. Muri solidi, che possiamo abbattere liberandoci dai pregiudizi e accrescendo le nostre competenze.


Dall’individualismo alla corresponsabilità

Favorire la cooperazione nell’isolamento dell’era digitale

Venerdì 9 febbraio 2018 ore 20.45
– Teatro parrocchiale –

I nostri figli, come noi e come tutti gli esseri umani, sono nati per vivere insieme ai loro simili. La cooperazione è alla base di tutti i progressi del genere umano, per questo una buona educazione deve ispirarsi a tale tradizione naturale, soprattutto in questo tempo segnato dall’uso massiccio di oggetti digitali che favoriscono l’isolamento e la tentazione dell’autosufficienza.


Chi è Domenico Barrilà

Domenico Barrilà, psicoterapeuta e analista adleriano, è impegnato da quasi trent’anni nell’attività clinica che accompagna con una produzione editoriale dalla quale è scaturita una quindicina di fortunati volumi. Oltre a collaborare con alcune testate nazionali, dirige due collane da egli stesso ideate ed è supervisore scientifico di progetti pensati per la prevenzione del disagio.

Da sempre coltiva un forte interesse per la responsabilità sociale della psicologia, che in questi ultimi anni si è tradotto in una costante presenza sul territorio, anche attraverso un migliaio tra conferenze e seminari svolti in Italia e in altri paesi. Con Feltrinelli “I legami che ci aiutano a vivere” (2012) e “Quello che non vedo di mio figlio. Un nuovo sguardo per intervenire senza tirare a indovinare” (2016).