Io faccio una cosa nuova!

07-04-2019 V domenica di Quaresima di don Fabio Pieroni

Gv 8,1-11

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch'io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Cosa scrive Gesù a terra?

C’è una profezia di Geremia che dice così: quanti  si allontanano da te saranno scritti nella polvere. Sta forse dicendo: guardate che anche voi state messi male, perché anche voi avete peccato, anche voi avete fatto adulterio, avete fatto il peccato più grande che si possa fare: avete tradito l’amore.

L’adulterio è il tradimento dell’amore: tradire un amico, lo sposo, la sposa, Dio… tradire l’amore. Tradire è un atto che distrugge una persona, la distrugge dentro se stessa, la distrugge nell’opinione del cerchio degli amici, è una persona finita. E non è vero che il vangelo sta sminuendo: chi non ha peccato scagli la prima pietra contro di lei… della serie: non dobbiamo essere troppo cattivi perché tutti noi siamo cosi, quindi… No. Non è così, Perché noi dobbiamo capire che quando una persona sperimenta che qualcuno ha tradito l’amore, ha tradito la fiducia, questo uccide. Uccide se stesso e distrugge anche l’altro. E quando uno è distrutto che si può fare? Sei finito, squalificato!

Ci può essere qualcuno che di fronte ad un danno grave possa non arrabbiarsi, possa non essere deluso? Non è possibile!

Invece no, qui c’è una novità per cui appare Gesù  che dice: io sono l’unico che può trattare questa materia sfasciata, questa persona distrutta, Io non la condanno perché la perdono. L’unico che può perdonare, cioè trasformare il male in bene attraverso il cammino di ricostruzione è Cristo. Questa dovrebbe essere la missione della Chiesa: la capacità, la competenza di prendere una persona distrutta e ricostruirla. Mentre invece spesso cosa succede? Che la Chiesa è colei che promuove i buoni e boccia i cattivi. Capite che rivoluzione copernicana dobbiamo fare noi come Chiesa alla luce di questo vangelo?

La Chiesa dovrebbe ricostruire le persone distrutte, le persone che non possono amare, che non possono far altro che tradire questo amore, e quindi abilitarle a poter diventare se stesse. “Vai e non peccare più” non significa: guai a te se lo fai un’altra volta! Non è una minaccia, è una buona notizia: “Guarda che in me si può dare una cosa inaudita”! Nella prima lettura si diceva: guardate che sto per fare una cosa nuova! Sto immettendo la vita nel deserto! Là dove tutto è finito, dove la morte ormai sghignazza perché non ci può essere più vita, io inaugurerò un nuovo modo di agire, cioè farò rifiorire la vita dentro la morte.

Questa è la profezia che Dio vuole fare in ogni uomo, e che la Chiesa dovrebbe essere capace di fare nell’umanità, ma questo non è perché la gente ormai si è convinta che Dio è colui il quale mette il timbro su un compito perfetto, sulle persone irreprensibili, eccezionali, con una forza di volontà pazzesca. E quando uno sbaglia, va all’inferno. Nell’immaginario collettivo ornai si è diffusa questa convinzione, e questa è la sconfitta della Chiesa.

Gesù vuole dire un’altra cosa: che di fronte alla miseria ci può essere la misericordia, come commentava già sant’Agostino.

Tradire l’amore per un uomo, per una donna è qualcosa di certo, che accadrà, perché vivere all’altezza dell’amore di Dio è possibile solamente se c’è Cristo in noi, se Cristo interviene attraverso la Chiesa, la parola di Dio, i nostri gruppi, attraverso la liturgia.

Questo non è il vangelo che dice che, siccome abbiamo peccato tutti, allora lasciamo stare dal giudicare questa donna… Noi vorremmo distruggere il male. Ma Gesù non distrugge il male, lo redime! Redimere il male è un’operazione estremamente complessa. Significa entrare nella vita delle persone e rigenerarle dall’interno. Ecco quello che noi faremo da domenica prossima, parleremo di Cristo che entra dentro la passione, cioè entra dentro la distruzione e ci può entrare per immettere la vita lì dentro, per ricominciare, o ancora di più per iniziare, perché nessuno può essere davvero in Cristo se non ha sperimentato che da solo non può fare nulla.

La cosa più importante è amare. “Senza di me non potete far nulla” dice Gesù nel capitolo 15 del vangelo di Giovanni. “Nessuno ha un amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici”. Solamente se uno è unito a Cristo può donare la sua vita e perdere se stesso. Altrimenti è costretto a tradire perché non può morire, perché amare significa morire. E sono costretto a tradire l’amore, perché solo in Cristo sono vivo, sono risorto.

Domenica faremo la processione delle palme. Nel deserto se uno vede le palme si rasserena, sente un sollievo perché sa che c’è l’acqua, c’è la vita dentro la morte. Questo è il segno che faremo presente al quartiere: noi abbiamo scoperto che c’è qualcosa di grande! Non c’è un compito ancora più alto da superare, un esame da superare. No, veniamo aiutati!